EDITORIALE – Insigne, Conte e la Nazionale: can che abbaia…non vieta la convocazione!

E’ un Conte furioso con il folletto napoletano. L’ex tecnico della Juventus non ha digerito il “caso Insigne” del mese scorso, e sembrano stati vani i tentativi di chiarimento tra la società azzurra e l’entourage dell’allenatore salentino. Non nell’immediato però: il presidente De Laurentiis, il mese scorso, ha subito smorzato il sentore di polemica che si percepiva in giro. Del resto, da un allenatore come Conte non ci si poteva aspettare una reazione diversa, nonostante la calma iniziale. Nei suoi trascorsi sulla panchina bianconera ha saputo, infatti, adoperare con saggezza il bastone e la carota, a volte con qualche eccesso. E non c’è dubbio che le esperienze passate abbiano condizionato questa scelta che, a nostro parere, è più provvisoria che mai.

 

Conte ha detto chiaramente, sin dall’inizio della stagione, di voler lanciare segnali eloquenti ai suoi calciatori. Chi tiene alla maglia è dentro, chi esita è fuori. Non sorprende, a tal proposito, la punizione di un troppo esitante Berardi, ma stupisce il provvedimento nei confronti del folletto napoletano: il ragazzo di Fuorigrotta non era al meglio della condizione, la gran campagna di Milano gli lasciò l’amaro in bocca a causa di un fastidio muscolare, era giusto tenerlo fuori a scopo precauzionale, come accordato dagli staff tecnici di entrambe le parti. Le diagnosi si rivelarono poco attendibili, dal momento che, contro la Fiorentina, il giovane napoletano riuscì ad essere nell’undici titolare. A me ricorda qualcosa…

 

Si, parliamo di un calciatore che Conte conosce benissimo, protagonista, nella scorsa stagione, di un caso analogo: Claudio Marchisio, che tornò a calcare i campi della serie A due settimane dopo l’infortunio patito in Nazionale, a dispetto dei quattro mesi diagnosticati dallo staff medico al servizio di Conte. Caso analogo, ma provvedimento diverso. In  quell’occasione il mister salentino si scagliò contro la sua ex squadra, tenendo lontano il centrocampista bianconero da ogni polemica. Siamo proprio sicuri, quindi, che esista un vero e proprio “caso Insigne”?

 

Non è esclusa un’altra spiegazione: la nazionale si gioca l’Europeo, e la scelta di Conte è quella di verificare i vari profili che ha a disposizione. E’ possibile che, più che la questione legata al suo infortunio, abbia inciso il rendimento, ultimamente altalenante, del talento azzurro, capace di passare dai due assist nell’ultima partita di Europa League a prestazioni non impeccabili come quella contro il Palermo, che vide una reazione non proprio ortodossa di Lorenzo alla sostituzione. Ad un allenatore maniacale come Conte, attento ad ogni minimo dettaglio, questo episodio non sarà sfuggito sicuramente. Difetti minimi che il ragazzo di Fuorigrotta riuscirà a correggere e che non mineranno, sicuramente, la sua presenza all’Europeo.

 

Si, perché Insigne non è una “testa calda”. Sanguigno, pieno di amore per la maglia, ma non uno spaccaspogliatoi. Un ragazzo da sempre pronto a tornare sui suoi passi e a migliorarsi, che ha trovato in Maurizio Sarri un vero maestro. Non è un momento eccellente per lui, Conte lo ha capito, e sicuramente saprà che questo provvedimento costituirebbe uno sprono in più per il ragazzo. Non esiste nessun caso Insigne, ma solo la storia di un calciatore impulsivo e di carattere, ma pieno di amore per la maglia. Tutte caratteristiche di cui Conte ha gran bisogno.

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