EDITORIALE – Massimo Giletti: l’arte di passare dalla ragione al torto in tre semplici mosse

La scoperta dell’acqua calda. Allo stadio San Paolo esiste la tribuna autorità, lo sapevate? Io lo ignoravo, e mi è servito seguire l’Arena di Massimo Giletti tre giorni fa per saperlo. Oggetto principale del “j’accuse” un video, diffuso da La Repubblica, non tanto recente, su alcune opinioni di consiglieri comunali partenopei sulla rinuncia o meno ai tagliandi omaggio per i match casalinghi degli azzurri. Punto uno: la tempistica. Il video, riportato anche dalla nostra testata online, è di circa qualche mese fa. Perché quindi aprire un caso qualche tempo dopo? Fosse accaduto in un’altra città avrebbe avuto la stessa risonanza, oppure, come direbbe qualcuno “nella mia città non c’è spazzatura quindi posso permettermelo?”.

 

Chi poteva mai proferire una perla simile? Troppo facile, Matteo Salvini, e qui andiamo al punto due. Parlare di Napoli e invitare Salvini in studio è come lasciare una bistecca in una vasca piena di squali. Si parla dei biglietti omaggio, ma il leader del Carroccio, spacciando le sue accuse per presunte mail da parte di “napoletani onesti” non perde l’occasione per snocciolare presunti record negativi della città partenopea, ponendosi come “salvatore della patria” e baluardo del napoletani onesti. Se non è campagna elettorale poco ci manca. Non penso che i cittadini partenopei siano così creduloni, “‘cca nisciun è fesso” (del resto, se Giletti parla di Peppino non vedo perché io non possa citare Totò).

 

Punto tre: la conduzione e i servizi. L’avvocato Antonio Crocetta, uno degli intervenuti in trasmissione, in quel video esprimeva il suo punto di vista asserendo che un consigliere comunale al San Paolo non assolve il solo compito di spettatore ma anche di sovrintendente. Dichiarazione all’inizio poco condivisibile, ma solo se ci si lascia travolgere dall’astio naturale nei confronti di chi è al potere. E’ difficile immaginare uno spettatore presente allo stadio per lavoro, ma non per questo si può giudicare a prescindere una categoria spesso colpevole ma anche bisfrattata. In questo caso, quindi, l’ironia dell’ “inviata comica” Rosanna Sferrazza e, ovviamente, del conduttore, non aiutano a scoprire la verità, perché la verità sta sempre nel mezzo, ma lasciano intendere una presunzione di essere nel giusto ridicolizzando ogni tentativo di difesa. E’ emblematico il “ma lo spegnete a questo” di Salvini rivolto al consigliere Sandro Fucito, forse troppo impetuoso e impreciso. Meglio parlare troppo, però, a differenza di chi, su un determinato argomento,  non sa esprimersi affatto.

 

Giusto, la politica non ha sempre garantito il bene di Napoli, e ciò è sugli occhi di tutti, Giletti non ha tutti i torti su questo. Le stazioni sono l’emblema di questa situazione triste, anche se è vero che la metropolitana in Piazza Toledo è un vanto per la città partenopea. Esortare i politici al buongoverno è un nobile intento, perché il “Napoli indecorosa” del conduttore non è un giudizio rivolto alla città in toto, ma solo ad un bel po’ di situazioni da risolvere. Ma che effetti sortirà sui telespettatori, che hanno assistito ad un pieno attacco a Napoli con la presenza in studio di Salvini, commentando un video di qualche mese fa e con la simpatia del peggior cabarettista di quartiere, uno spettacolo simile, considerando i vari pregiudizi che ci sono in giro?

 

 

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