EDITORIALE – Chievo-Napoli, tre punti conquistati? No, sono sei!

Chievo-Napoli, triplice fischio. azzurri in delirio. Delirio più che giusto, nonostante i clivensi non siano questo avversario irresistibile. E’ appena stata sconfitta non sono una piccola, ma anche una ostica avversaria, perché la maglia gialloblu non sempre evoca dolci ricordi nella mente dei tifosi azzurri. Il Napoli vince e stravince, per almeno tre motivi.  Tre punti, e mai premio fu più giusto, viste le circostanze. Tre punti che diventano sei, considerando le riflessioni che seguono:

 

Punto quattro. Lo ripeteremo all’infinito, ma è giusto farlo, perché situazioni e speranze simili non avevano trovato pieno riscontro nelle stagioni passate. Gli azzurri hanno sconfitto un avversario insidioso, ma che non fa delle grandi altezze la sua aspirazione maggiore. Un Napoli saccente e pigro è solo un’immagine del passato, il futuro adesso è più roseo che mai. Sarà abilità di Sarri mantenere alta la tensione, visto che la sua truppa incontrerà squadre non esattamente d’alta classifica, come Palermo, Genoa, Udinese e l’altro volto della Verona calcistica, l’Hellas. Squadre non di alto livello, che gli azzurri dovranno riuscire a dominare, abbandonando l’idea di un traguardo già tagliato.

 

Punto cinque, la reazione alle provocazioni. Parma-Napoli dello scorso anno non ha dato certo modo agli azzurri di liberare tutta la loro gioia, anzi. Pareggio che portò la firma di Antonio Mirante, estremo difensore dei ducali che, al termine del match, ha avuto qualche schermaglia con Gonzalo Higuain. Il Pipita, purtroppo, cede alle provocazioni dei padroni di casa e regala non proprio uno show degno di lui. Adesso però è tutto diverso. Vero, se gli azzurri non avessero vinto gli animi non sarebbero stati così distesi. Ma saper reagire anche caratterialmente alle provocazioni degli avversari dentro e fuori dal campo (considerando che nei 90 minuti Riccardo Meggiorini non ha tenuto una condotta tanto esemplare) è un vero esempio di maturità, la degna controparte del Napoli troppo orgoglioso della scorsa stagione.

 

Punto sei, a difesa della difesa. E non parlo solo dei quattro della linea arrettrata. Reina si fa sentire, assolve il ruolo sia di tifoso che di portiere, perché un “portero” (giusto dirlo nella sua lingua) deve avere la semplice capacità di rintronare le orecchie dei suoi compagni. Albiol è diventato una contraerea efficace sugli spunti su palla alta degli avversari, non permettendo a chi affronta il Napoli neanche la minima speranza di poter insaccare su un pallone a media altezza. Koulibaly costituisce la sua controparte più dinamica e fisica, non esitando a lanciarsi in avanti con la sfera se gli spazi diminuiscono e i suoi compagni non riescono a fare movimento. E mentre dal lato di Albiol gioca un certo Hisaj, un difensore assolutamente efficace che suda la maglia, la corsia mancina invece, grazie a Ghoulam, è il lato più “intraprendente” di questo Napoli. Se Insigne non gira è il suo compagno di fascia a servire l’assist vincente, questa è mentalità e spirito di gruppo.

 

Arrivano i tre punti, ma non solo quelli. Tre punti in più in classifica, più tre “prove superate” da questo Napoli fantastico.

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