EDITORIALE – Ritorno al futuro per Doc Gabbia, i latini parlavano già di lui…

Non c’è niente da fare, signori: quando il talento sgorga nelle tue vene non bastano le critiche, non basta la concorrenza in campo, non basta qualche prestazione sotto tono per demoralizzarti. “Ubi maior minor cessat”, affermavano i latini: di fronte a ciò che domina il minore soccombe. Questo proverbio è la storia di Manolo Gabbiadini, che questo “minore” non solo lo conosce fin troppo bene, ma ha anche saputo vincerlo. Il giovane ex Sampdoria lo insegna fin troppo bene: una carriera senza intoppi indebolisce l’animo, le “brutte tegole” indolenziscono i muscoli, ma rinforzano lo spirito.

 

Deve aver sofferto molto Manolo Gabbiadini: Gonzalo Higuain è un brutto cliente per chiunque, e le possibilità di ritagliarsi un posto da titolare con lui nei paraggi sono minime. Il gol alla Lazio, certo, boccata d’aria fresca dopo un inizio di stagione avaro di emozioni, ma il giocatore non è ancora convinto. La prova del nove a Varsavia, dove il giovane attaccante si rende protagonista di una prova sufficiente, ma non ai suoi standard. Sembrerebbe tutto finito, anche se l’appoggio della piazza non manca. Eppure proprio a Varsavia scatta qualcosa. No, da oggi dovrà cambiare tutto, in Europa devo mostrare solo il mio volto sorridente, pensa il giocatore.

 

Ventidue ottobre, segnatevi tutti questa data. Perché Gabbiadini tornerà ad essere Gabbiadini. Anche se l’inizio gara non è dei più convincenti: qualche pallone giocato, ma non ancora il giocatore implacabile che conoscono molto bene all’ombra del Vesuvio. Ma poi quel pallone improvviso in area. Il pallone che ha sempre aspettato lui, che predilige il ruolo da punta centrale. Un passo, due passi, tre passi, verso il pallone che gli viene incontro. Basta un tocco, e la palla termina sul palo. No, stavolta quel palo non gli sarà nemico. Quel palo che in altre occasioni è stato causa di rammarico oggi diventa ancora di salvezza. Ed è gol. Quanti giorni ad aspettare quel momento, prode Manolo è ritornato.

 

L’attaccante partenopeo però non è sazio, e restituisce tutto con gli interessi, come piace a lui: passaggio ricevuto da Allan, tiro al volo che accarezza delicatamente il palo e punisce l’estremo difensore insaccandosi in porta firmando l’1-3. E questo è un gol che pesa, non solo per la doppietta, non solo per la bellezza della segnatura. Quante volte, con prodezze balistiche di questa sorta, Manolo ha trovato nel palo o nella traversa un nemico difficile da superare? Oggi non è così, per ben due volte Manolo Gabbiadini vince e stravince, sconfiggendo quella sorte che gli è spesso stata nemica. Non c’è altro da dire: ubi Gabbiadini minor cessat, e gli avversari in grado di resistergli diventano ben pochi.

Articolo precedenteEuropa League, parziali primi tempi. Napoli a valanga, pari ad Anfield
Articolo successivoMidtjylland-Napoli, Gabbiadini ai microfoni Sky: “Vincere fa sempre bene! Voci sul mio futuro? Non leggo mai i giornali…”