EDITORIALE – Cinque separati sotto lo stesso tetto

Il mercato di quest’anno si è chiuso con diversi partenti che non si sentivano più al centro del progetto, accontentando le loro pretese di essere protagonisti in altre squadre. Il Napoli ha così risolto uno dei problemi più importanti: sfoltire la rosa ed eliminare gli esuberi.

Missione quasi compiuta, visto che in casa azzurra ci sono ancora diversi calciatori ormai, si può dire, con un piede fuori dalla porta. Gennaio si avvicina e così pure le trattative per i cosiddetti “separati in casa”.

Il più eclatante è sicuramente Camilo Zuniga, ormai fuori dalle orbite partenopee da più di un anno, rimasto qui principalmente perché non è stato facile trovargli un nuovo club e anche a causa dell’operazione saltata all’ultimo secondo con la Sampdoria, che prevedeva lo scambio con Soriano. Un alone di mistero accompagna da tempo le condizioni reali del colombiano, perfettamente in forma in nazionale mentre col Napoli non viene nemmeno convocato. Lunghe, lunghissime vacanze per il terzino sinistro.

Sempre sulla stessa fascia c’è un altro infelice: stiamo parlando di Ivan Strinic, il croato arrivato lo scorso gennaio dal Dnipro non ha ancora messo piede in campo in questa stagione. Con Benítez è riuscito a mostrare le sue doti soprattutto difensive, in particolare contro la Lazio all’Olimpico ove riuscì a stupire tutti per la grande capacità di adattamento in squadra e le ottime doti balistiche.

I tifosi con lui pensavano di aver trovato finalmente l’uomo che potesse fare al caso del Napoli, giunto all’ombra del Vesuvio, peraltro, a parametro zero. Una pura e semplice illusione, da mesi ormai, a causa anche dei diversi infortuni che hanno sempre condizionato la sua carriera calcistica, si vede solo in panchina, la quale ovviamente a lui va strettissima.

Sempre nell’ambito difensivo, questa volta da centrale (ma finanche da terzino, dimostrando di saperci fare anche sulla fascia), c’è un altro sfortunato e questa volta parliamo di Henrique, il brasiliano che l’anno scorso ha rivestito più ruoli, non sfigurando (addirittura ottenendo la convocazione dalla sua nazionale per il mondiale tenutosi nel suo Paese), ha però perso il posto vista la concorrenza e soprattutto le buone prestazioni dei suoi compagni, che gli hanno sbarrato la strada per poter essere protagonista nel Napoli di Sarri. Potrebbe essere un’ottima alternativa, ma bisogna capire quali siano le sue intenzioni e se è disposto a restare qui ed essere considerato meramente una riserva.

Per un giocatore comunque, a prescindere, non poter dare il proprio contributo è indubbiamente un cruccio, in particolar modo quando sei all’inizio di tale iter e pensi di poter dare ancora tanto.

In queso caso, è facile ricollegarsi a Chabolah, l’anglo-sierraleonese nel giro della nazionale inglese Under21 (nella quale è anche il capitano), arrivato con la formula del prestito secco dal Chelsea affinché potesse crescere e così maturare per tornare nei blues. Sarri, in verità, ha sempre ammesso di non conoscere il giovane e di non seguire i campionati minori della Premier.

È riuscito però a fare il suo debutto con la maglia azzurra in Europa League, entrando gli ultimi cinque minuti contro la Legia Varsavia, a risultato ampiamente acquisito. Pochi, troppo pochi per capire effettivamente il valore e l’apporto che può dare questo giovanissimo ma, in compenso, non è stato difficile capire quanto questa situazione possa essere negativa.

Solo l’esperienza può dargli lustro e un club come il Napoli non è certamente il migliore per far crescere i talenti in erba, si prospetta così un addio quasi impalpabile e che finirà nel dimenticatoio.

Un altro caso irrisolto è quello di Jonathan De Guzman, non più nei piani della società da diversi mesi e ancora qui per i mancati trasferimenti verso mete da lui non favorite. Un rapporto ormai solo professionale con la squadra e la società, con cui ha pure più volte litigato. Una situazione a cui fra qualche mese si dovrà mettere la parola “fine”. Una storia d’amore mai sbocciata.

E poi, per concludere, non si può non citare Rafael Cabral, il venticinquenne portiere brasiliano che, l’anno scorso di questi tempi, era arrivato ad essere il titolare fra i pali, si ritrova oggi addirittura ad essere il terzo dopo Reina e Gabriel, quest’ultimo ha giocato un’intera gara in Europa. Una parabola discendente la sua e un destino molto triste, pensando che doveva essere lui il futuro, purtroppo le numerose incertezze della scorsa stagione lo hanno penalizzato e in corso d’opera, lo stesso Benítez gli dovette preferite Mariano Andujar.

Comunque non mancano i bei ricordi, come la strepitosa parata in Supercoppa a Doha contro la Juve, che lo rese protagonista della vittoria partenopea. Forse, anche per lui, gennaio potrebbe essere un nuovo trampolino di lancio per lidi, magari, più felici.

Insomma, cinque ragazzi da accontentare e (ri)valorizzare.

L’esperienza napoletana sarà stata utile per comprendere che non tutte le sfide possono essere vinte, ma, comunque, la vita darà loro la giusta dimensione, salutando questa realtà che non ha potuto renderli attori principali di una bellissima avventura.

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