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EDITORIALE – Caro Gonzalo, ora sì che hai (almeno) 9 motivi per sorridere

La sua avventura al Napoli è cominciata dopo un addio importante, forse uno dei più concitati nell’era De Laurentiis perché un campione sbocciato in poco tempo come Edinson Cavani non tutte le squadre hanno la fortuna di averlo e soprattutto di averlo scoperto e consacrato: l’uomo dei 104 gol in soli 3 anni e della grinta che piace proprio tanto ai tifosi azzurri.

Il suo sostituto doveva, quantomeno, avere spalle larghe e i piedi fatati, non bastava che fosse solo un grande giocatore, ma necessitava anche di un carattere forte tale da far innamorare nuovamente la platea. A fine luglio del 2013 il club partenopeo trovò finalmente il profilo giusto: Gonzalo Higuaín, il bomber argentino e del Real Madrid. Un nome certamente altisonante per la carriera fino ad ora costruita, con l’età dalla sua parte ma con la peculiarità di avere tanta voglia di sentirsi l‘unico protagonista, data la forte concorrenza che (giustamente) viveva nei blancos.

È sbarcato all’ombra del Vesuvio seguito da migliaia di tifosi che lo hanno accolto con cori e sciarpe all’aeroporto di Roma, seguita, quella scia di entusiasmo, fino al San Paolo, nella notte di presentazione tenutasi il 29 luglio, celebrata poi con la sfida targata Acqua Lete Cup vinta contro il Galatasaray.

Non ha sempre, però, sorriso (e fatto sorridere) in questi due anni, anzi ha avuto diversi momenti in cui il leone ha dato spazio al lato più fragile di se, perché finanche i campioni possono avere stagioni tutt’altro che rosee. In campo ha mostrato che alcuni limiti possono poi diventare forza per il futuro, con un passato recente che lo ha visto protagonista di avvenimenti sfortunati e che hanno palesato dei blocchi soprattutto mentali con i tanti rigori sbagliati (diventati un tormentone), talvolta decisivi, sia con la maglia azzurra che infine con quella celeste dell’Argentina.

Critiche su critiche, anche da tanti supporter partenopei che si sono sentiti traditi dal loro miglior giocatore. Non sempre, però, si riesce a restare lucidi e comprendere che è un essere umano come tutti, dotato di pregi e difetti, di grandi momenti e periodi meno felici. C’è chi però, al contempo, ha preso sempre le sue difese, consci del suo immenso valore.

Kurt Vonnegut, un saggista inglese, intitolò una serie di raccolte dedicate ai neo laureandi “Quando siete felici, fateci caso” e questa frase emblematica, trasposta nel mondo calcistico, mai come adesso calza a pennello sul Pipita. Il passaggio da Benitez a Sarri non è stato sicuramente facile per nessuno, men che meno per lui, il quale più di tutti, dopo questo turbinio di vicende, aveva bisogno di ritrovare quella serenità perduta. C’è voluto un “provinciale” per fargli ritrovare la gioia di poter indossare questa maglia e regalare momenti di felicità a lui e ai tifosi.

Ora ha tanti motivi per sorridere, il primo indubbiamente è perché si trova in uno stato mentis e fisico pressoché perfetto: segna, fa assist, dà spettacolo grazie alle sue innate qualità balistiche.

Il secondo perché ha la piena fiducia di chi lo circonda: dal presidente che gli ha inserito una esosa clausola di 94.736.000 euro (e se questa non è fiducia..) ai suoi compagni e soprattutto dell’allenatore, che ha negli occhi ancora l’emozione di poter allenare e “allevare” un calciatore così importante.

In terzo luogo perché ha trovato con gli altri attaccanti un feeling pazzesco, soprattutto con Insigne, i due insieme si regalano reti e passaggi spettacolari, una goduria per chi vive la partita sul campo e fuori.

Il quarto motivo è ancora più semplice: qui può essere protagonista e lo sa, ormai è considerato il re di Napoli!

Il quinto è che ha ritrovato una media gol soddisfacente, in Italia attualmente è solo dietro Eder e si contende il podio con il “Magnifico” numero 24, suo amico.

Il sesto motivo è che ha diversi conti in sospeso, la voglia di rivincita è troppo forte e ora che la squadra ha trovato un ottimo equilibrio, ha tutte le carte in regola per rivalersi.

Il settimo è che, nonostante abbia momentaneamente perso il posto in nazionale, il sorriso deve avercelo perché avrà più tempo per migliorare nel Napoli, coccolato da tutti, e stupire sempre più in Europa.

L’ottavo motivo è che per un giocatore la cosa più bella è essere amati dal proprio pubblico, dai propri tifosi. Proverà senza alcun dubbio sensazioni bellissime ogniqualvolta che vede bambini con la sua maglia e che hanno l’aspirazione di seguire le sue orme, così come un grande sorriso non può che avvolgere il suo volto (insieme ai brividi) ogni volta che il San Paolo incita o grida il suo nome dopo un gol, da pelle d’oca anche per chi non supporta questi colori.

Le performance di Decibel Bellini, lo speaker azzurro, il quale urla il suo nome e la risposta dei tifosi che rispondono con il cognome sono ormai di fama mondiale. E chissà quanti calciatori sognano che almeno una volta succeda anche a loro questa magia!

L’ultimo motivo per sorridere è il più scontato ma anche quello più vero: perché è semplicemente Gonzalo Higuaìn, l’arrabbiato, generoso, genio del pallone e idolo, ufficialmente, della città di Napoli.

Di vittorie e sconfitte ce ne saranno ancora tante insieme, ma se affrontate con la giusta serenità, potranno solo portare cose positive.

E ricorda, caro Gonzalo, che non c’è nulla di più gratificante di sorridere e regalare sorrisi.

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