EDITORIALE – La partita più importante è sempre quella successiva

È stata una settimana sicuramente non facile per il Napoli, la partita contro la Juventus ha palesato degli enormi limiti che hanno portato la piazza a fare delle nuove riflessioni. Gonzalo Higuaìn: da sogno ad incubo in poche stagioni, da re a traditore del popolo. Venerdì quei fischi ricevuti erano un drappo rosso per un toro, lo hanno caricato come non mai, facendogli finanche dimenticare quel dolore alla mano sinistra operata solo tre giorni prima. In queste partite non conta soltanto la condizione fisica, ma quella mentale perché dà al giocatore linfa vitale per dare il massimo, superando i propri limiti. Allegri ha vinto, non solo sul punto di vista caratteriale, ma in particolare su quello tattico. Ha giocato “all’italiana” degli anni ‘90 con difesa schierata e ripartenze veloci, complici anche le cavalcate eccezionali di Douglas Costa, a tratti imprendibile sulla sinistra.

La supremazia territoriale degli azzurri è stata finalizzata davvero male, i tre diamanti in attacco sono sempre apparsi spenti davanti agli occhi dei 55mila del San Paolo. Nessuna occasione davvero pericolosa, se non il tiro di Insigne fermato dall’intervento di Buffon. Insomma, pure se Napoli-Juve fosse durata altri due giorni, il risultato non sarebbe cambiato. La prima dimostrazione, però, di una mentalità finalmente vincente si vedrà soltanto nei match successivi. Una parentesi a parte la gara di mercoledì contro il Feyenoord in Champions, il destino dipenderà soprattutto dall’esito di Shakhtar-City. Ciò che conterà davvero sarà fare risultato utile, nuovamente al San Paolo, contro la Fiorentina che arriverà sicuramente galvanizzata dopo il tre a zero rifilato al Sassuolo.

Sarà proprio grazie a questa occasione, infatti, che gli uomini di Sarri dovranno dimostrare che da una caduta bisogna solo rialzarsi più forti, evitando quei contraccolpi psicologici di cui si è reso protagonista nelle stagioni passate. E qui che il Napoli sceglierà la strada da prendere: lo scudetto, obiettivo dichiarato già a luglio, non era del Napoli prima, ma non è già dell’Inter oggi. Le prime tre sono tutte lì, ogni gara potrà sconvolgere parzialmente la classifica. Gli azzurri potranno riprendersi il primato vincendo, sperando che la sfida tra Juventus e Inter possa finire quantomeno in un pareggio.

Nulla è perduto, l’inverno porterà con sé la sosta e il mercato, periodo utile per fare attente valutazioni e ‘arruolare’ nell’esercito di Sarri giocatori utili per (ri)equilibrare il minutaggio. La coperta corta in attacco sta dando i primi cedimenti, Mertens (fermo dal 29 ottobre contro il Sassuolo) e company fanno fatica a segnare difatti, nelle ultime quattro gare, il Napoli ha trovato solo 3 gol, conseguenza di una tenuta fisica non eccezionale. Denti stretti e cattiveria, quella agonistica che si è vista in diverse gare quest’anno.
Ripartire subito, perché se le altre vanno veloce, il Napoli deve essere Bolt.

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