Le scelte iniziali
Nella gara del tardo pomeriggio il Napoli ha ospitato il Genoa allo stadio Maradona.
Cambio di modulo per Conte, che questa volta opta per un 4-3-3, alla ricerca di maggiore fluidità di gioco e occasioni da gol, prevedendo un atteggiamento prudente da parte degli ospiti. Fuori quindi De Bruyne, dentro Neres, con l’obiettivo di aumentare la spinta offensiva e creare superiorità numerica anche sulla fascia sinistra.
A sorpresa, in porta c’è ancora Milinkovic-Savic, preferito nuovamente a Meret dopo la buona prestazione in coppa.
Ancora indisponibili i centrali titolari: in difesa, quindi, tocca a Beukema e Juan Jesus. Sugli esterni giocano Di Lorenzo, rientrato dopo la squalifica, e Oliveira, che prende il posto di Gutierrez, mentre Spinazzola resta in panchina.
A centrocampo partono titolari Anguissa, Lobotka e McTominay: lo scozzese è chiamato a una prova convincente nella sua posizione ideale, dopo alcune prestazioni sottotono.
Completano il tridente d’attacco, insieme a Neres, l’insostituibile Politano e Højlund, reduce dalla doppietta in Champions League e in grande fiducia.
Il Genoa di Vieira si schiera con un 4-2-3-1. Rispetto alle previsioni, ci sono alcune novità: in difesa c’è Marcandalli al fianco di Vásquez (a segno nel pareggio dello scorso anno). Davanti, Ekhator agisce da unica punta, supportato da Malinovskyi sulla trequarti.
Primo tempo deludente: Genoa in vantaggio
Bruttissimo primo tempo. Il Napoli parte lento e compassato, al cospetto di un Genoa ordinato e guardingo, che con il passare dei minuti prende fiducia, fa girare il pallone e si propone in avanti.
La manovra degli azzurri è lenta e prevedibile: non si arriva mai al tiro. Sulla sinistra Neres parte spesso da troppo lontano e finisce per incartarsi, mentre sull’altra fascia Politano stasera sembra spento, senza il solito guizzo.
Il Napoli non pressa sulla prima costruzione degli ospiti e la gara scivola via senza emozioni fino alla mezz’ora.
Al 34’, clamoroso vantaggio del Genoa: Ekhator, diciannove anni, segna di tacco nell’area piccola, complice una marcatura troppo leggera di Beukema. L’azione nasce da uno spunto di Norton-Cuffy, che salta nettamente Oliveira e serve un assist perfetto al giovane attaccante.
La reazione del Napoli non arriva, e il primo tempo si chiude senza ulteriori sussulti. Højlund isolato prova a darsi da fare ma si procura solo l’ammonizione per l’avversario diretto.
Molti giocatori azzurri sotto tono e tanti passaggi furi misura. Anguissa sembra passeggiare per il campo, McTominay vive una vera crisi di identità. Anche Lobotka è meno brillante del solito, e lascia il campo a fine primo tempo per un problema fisico.
La partita si complica notevolmente. Nella ripresa servirà tutta un’altra intensità.
Secondo tempo, si rivedono orgoglio e qualità
La ripresa inizia male, con tre calci d’angolo consecutivi per il Genoa. Poi, l’ennesima tegola: Politano si tocca la coscia sinistra e chiede il cambio. Al suo posto entra De Bruyne. Cambio anche sulla fascia sinistra, dove Oliveira lascia spazio a Spinazzola.
Neres si sposta a destra, mentre Spinazzola viene alzato sulla linea offensiva: una sorta di 3-4-3 offensivo, alla ricerca del pareggio.
Il Genoa inizia a rallentare il gioco, ma gli azzurri trovano il gol del pari grazie a un colpo di testa di Anguissa. L’azione parte da un lungo lancio di Milinkovic-Savic per Spinazzola, che salta l’uomo e crossa al centro per Højlund: il danese è contrastato dai due centrali, la palla rimane vagante e Frank la spinge in rete.
A tratti si gioca a una porta sola. Neres, spostato a destra, sembra completamente rigenerato.
Il Napoli insiste sullo schema del lancio lungo: Milinkovic-Savic cerca spesso Højlund superando il centrocampo.
Il centravanti trova anche la rete su assist di De Bruyne, ma il belga parte in leggero fuorigioco: gol annullato.
Anche la sfortuna ci mette lo zampino: finalmente svettiamo su calcio d’angolo, ma il palo pieno nega il gol a Di Lorenzo.
Ora il Napoli è arrembante. Spinazzola sfonda a sinistra, serve Anguissa che trova l’opposizione prodigiosa di Leali. Sulla ribattuta, Højlund da vero attaccante d’area anticipa tutti e firma il sorpasso: 2-1.
Nel finale, Conte copre la squadra inserendo Gutierrez al posto di Neres. C’è spazio anche per Lucca, che rileva un ottimo Højlund.
Il Genoa prova un timido forcing, ma il Napoli gestisce con esperienza e tranquillità. De Bruyne “consuma” il recupero proteggendo palla sulla fascia sinistra e facendo salire la squadra.
Partita difficile, vinta con sofferenza e carattere, alzando il ritmo nella ripresa. Ottimo l’impatto di Spinazzola, trasformato Anguissa, ritrovato Neres a destra. Højlund si conferma una certezza. Bene anche Lucca nei minuti finali.






