Tante notizie, ma di nulla concreto
La settima che sta terminando ci riporta alla realtà, che non sempre è una copia conforme di quanto la narrazione riporta.
Il presupposto resta inalterato ed è quello di una società in salute e con i conti in ordine, la cui espressione pratica (la squadra) ha conquistato il titolo nazionale e si fregia di individualità assolute, almeno per il contesto della Serie A.
La condizione imperativa per continuare la crescita è quella di rinforzare la rosa, sia per gli undici titolari che per le scelte alternative. Il mister si aspetta qualità, ma anche la disponibilità dei nuovi già da Dimaro.
I soldi ci sono, le idee pure; detta così sembra facile, ma non lo è per niente.
La premessa di cui sopra non rende scontato un imminente ciclo vincente, come si legge da più parti. I brand famosi e vincenti fanno presto a scovare risorse e a ridurre il gap che adesso esiste con il Napoli. Si diceva lo stesso due anni fa, dopo la cavalcata inarrestabile di Spalletti. Sappiamo bene come è andata a finire e quale sia stato, da quella vittoria in poi, il comportamento dei due calciatori – Osimhen e Kvaratskhelia – che da soli potevano scavare un solco profondo e duraturo tra gli azzurri e le avversarie.
Quali sono le priorità
Dopo il colpo De Bruyne, che da solo potrebbe cambiare gli equilibri, in casa azzurra restano tanti i ruoli scoperti. Esterno alto a sinistra, centravanti complementare a Lukaku e centrale di difesa sono i buchi più urgenti da tappare.
Le notizie di mercato durano al massimo pochi giorni e servono a ricordarci come sia complicato il lavoro di chi vuol acquistare al giusto prezzo ma senza prolungare le trattative fino ad agosto inoltrato.
Il centrocampista Musah sembrava già azzurro, poi si è saputo che non bastano la trentina di milioni che il Napoli sarebbe stato disposto ad investire.
Lo stesso dicasi alla voce difensori: il Bologna non accetta l’offerta congrua per Beukema (solo un paio di stagioni di buon livello per l’olandese), e l’Atalanta si prepara a fare lo stesso per Scalvini (ancora lontano dal ritornare il difensore apprezzato prima del grave infortunio).
In attacco poi, le quotazioni di Ndoye e Lucca sono oggettivamente superiori al valore – almeno attuale – dei giocatori.
Il benchmark deve rimanere l’acquisto alla McTominay: profilo forte e condizioni favorevoli per affondare il colpo.
Conte freme: vorrebbe cominciare da subito con un organico molto vicino a quello definitivo; però, come dare torto a De Laurentiis che ha quantificato in un surplus del 30%, l’esborso per assicurarsi adesso ogni profilo scelto. Nelle ultime settimane i giocatori mettono fretta alle società, il tempo stringe e le pretese si abbassano.
Il comunicato
Unità di intenti, allargare la rosa dei prescelti (tra quelli graditi al tecnico) e porre ultimatum temporali nelle singole trattative. Queste sono le armi a disposizione del sodalizio azzurro, che l’altro giorno ha emesso un comunicato stampa esageratamente logico e scontato: “gli acquisti li fa la Società, non Conte piuttosto che Manna o De Laurentiis“; un modo ovvio di sottolineare come tutti gli attori abbiano lo stesso e unico obiettivo, rappresentato dalla crescita comune.
Insomma fuori dalla città si fa troppa fatica a riconoscere il livello della realtà Napoli.
Intanto, il vero problema ad oggi ha un nome solo: Osimhen. Impossibile capire cosa abbia in testa. Non ha avuto finora successo la “montagna” di soldi arabi, al Galatasaray sta montando l’insofferenza per i suoi continui rinvii. Che sia juventino tutto di un pezzo come Giuntoli, che non ritroverebbe in bianconero? Difficile crederlo, come risulta poco comprensibile la sua strategia: i bianconeri non sono propriamente al top e farebbero tanta fatica anche a pareggiare la “collina” di milioni dovuti dal Napoli per la prossima stagione. Una pagina da voltare quanto prima; Victor, tirare troppo la corda spesso non è la migliore strategia!