Conte e la giusta collocazione di KDB in campo

Un vero campione per gli azzurri

Sono trascorsi solo pochi giorni dall’ufficializzazione di Kevin De Bruyne quale nuovo calciatore della SSC Napoli a partire dalla stagione 2025-2026. Chi mastica abbastanza di calcio e chi tiene ai colori azzurri, a dispetto della tiepida accoglienza rilasciata dai media nazionali, ha ben chiaro che si tratta di un vero colpo di mercato, di quelli che spostano gli equilibri ed i destini di una squadra.

Statistiche da urlo

De Bruyne viene da 10 anni di fila nel Manchester City di Guardiola, dove ha collezionato ogni trofeo possibile e record individuali a profusione. Il dato più impressionante è quello relativo agli assist: solo in Premier Kevin conta 118 assistenze decisive; in media in ogni stagione ha permesso una dozzina di volte al compagno di turno di battere con successo a rete. Si tratta di un giocatore che eccelle ed ha giocato in tutti i ruoli di attacco. Probabilmente la sua posizione più redditizia è quella di trequartista, libero di svariare accanto o alle spalle della o delle punte in campo. Il belga ha però dimostrato di farsi valere anche come interno di centrocampo, mezzala, esterno d’attacco e, finanche, prima punta.

La scelta giusta

Un campione autentico quindi, che a 34 anni ha ancora da scrivere pagine importanti nel libro della sua carriera. Svincolatosi dal City ha ponderato e accettato con entusiasmo la proposta degli azzurri. Non basta la sola fraterna amicizia dei connazionali (Mertens prima, e adesso Lukaku che ritroverà in campo), giocare nel Napoli significa oggi far parte di un team ambizioso e in costante crescita, dalla buona disponibilità economica e allenato da un vincente vero, capace di migliorare, motivare e spingere oltre i limiti tutti i suoi calciatori.

Il posto più adatto in campo

Di sicuro l’allenatore azzurro starà già pensando a come impiegare al meglio il campione belga che resta innanzitutto un fine creatore di idee, occasioni ed assist; compito che – non sempre con il miglior risultato – nella stagione appena terminata hanno assolto a turno vari calciatori (mezzali ed esterni offensivi, ma anche Raspadori quando è stato impegnato dietro la prima punta). Il Napoli per la maggior parte del campionato ha giocato con un 4-3-3 con due mezzali (Anguissa e McTominay) capaci di proporsi costantemente negli spazi, di fare densità in area e di essere – soprattutto nelle gare più offensive – i più vicini alla punta Lukaku.

Non per niente i due sono stati i migliori marcatori della squadra, subito dietro a Romelu. Immaginare però KDB semplicemente come il sostituto di Anguissa è limitativo e comporterebbe – almeno sulla carta – il rischio di intasare gli spazi sovrapponendo i movimenti del belga e di McTominay, oltre a – soprattutto in fase di ribaltamento del fronte – lasciare Lobotka sempre in inferiorità numerica.

La campagna di rafforzamento è appena iniziata e di sicuro verrà fatto qualcosa di importante sia a centrocampo che sugli esterni. Nel campo delle ipotesi non è da trascurare un ritorno alla difesa a 3 (Di Lorenzo braccetto), due esterni a tutta fascia, Lobotka affiancato da Anguissa e McTominay, e De Bruyne libero di svariare sul tutto il fronte di attacco, alle spalle di Lukaku.

Questo assetto sarebbe una sorta di 3-5-1-1 che potrebbe diventare un più offensivo 3-4-1-2 con Raspadori accanto a Lukaku. Di sicuro tante idee circolano nella testa di Conte, un Napoli più camaleontico, capace di sfoggiare con naturalezza più vestiti tattici, magari anche nel corso della singola gara. può essere un’arma in più nella prossima stagione, che deve essere quella della definitiva consacrazione anche in ambito internazionale.

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