Mazzotta su Conte: “Napoli come il Chelsea? Buon sangue non mente. È un trascinatore nato”

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Nel corso della trasmissione “Bordocampo – II Tempo”, in onda su Radio Capri, è intervenuto Davide Mazzotta, attuale commissario tecnico dell’Under 21 di Malta ed ex collaboratore di Antonio Conte ai tempi del Chelsea. Il tecnico ha tracciato un ritratto appassionato e autentico dell’allenatore leccese, oggi alla guida del Napoli.

«Napoli come il Chelsea? Buon sangue non mente», ha detto Mazzotta sorridendo. «Il calcio è la sua vita, e potete solo immaginare come stia vivendo questa esperienza. Quando lavoravamo insieme, ero incaricato di visionare gli avversari: il mister ha sempre avuto una visione chiara, pur cambiando spesso modulo. Non ha mai rinnegato le sue idee, ma è tra i migliori nell’adattarsi al materiale umano a disposizione».

Mazzotta ha sottolineato la straordinaria dedizione di Conte, raccontando l’ambiente intenso e totalizzante che lo staff vive quotidianamente. «Chiede concentrazione assoluta a tutti. Con lui non esistono giorni liberi: entra al campo all’alba e se ne va per ultimo, spesso in compagnia del fratello Gianluca e dei suoi collaboratori storici. È determinato, instancabile. Quando fiuta la possibilità di vincere, non molla più».

Il ct dell’Under 21 maltese ha voluto evidenziare anche il lato più strategico e motivazionale dell’ex tecnico della Nazionale italiana: «Anche di fronte a infortuni o squalifiche, riesce sempre a tenere alta la tensione del gruppo. Si inventa la scusa giusta al momento giusto per stimolare, per far rendere al massimo. Se esistesse una scala del valore da 1 a 100, lui la supererebbe».

E proprio Napoli, secondo Mazzotta, è il teatro perfetto per un tecnico che ha fatto delle sfide la sua essenza: «Conte si nutre di difficoltà, ne ha bisogno. Napoli è una piazza affascinante, che attira i grandi giocatori. Ma non è mai facile allenare qui. Lui non garantisce vittorie, ma lavoro e crescita. I calciatori più intelligenti lo capiscono subito».

Infine, un’ultima fotografia che racchiude l’uomo prima ancora che l’allenatore: «Quando non vince, non dorme. E anche a Londra, quando tutto sembrava complicato, si aggrappava a ogni dettaglio pur di tenere il gruppo unito. Questa è la sua forza più grande».

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