Raspadori: “Ho un ottimo rapporto con Spalletti, mi volle fortemente al Napoli. Voglio maturare definitivamente e trovare continuità, non sono più giovane”

fonte foto: Vivo Azzurro Tv

Giacomo Raspadori, attaccante del Napoli e della Nazionale, ha rilasciato un’intervista a Vivo Azzurro Tv.

“A 24 anni non mi considero un giovane, anche se per tanti può essere così. Sto cercando, dunque, di maturare definitivamente e trovare continuità. Questo è il mio obiettivo per questa stagione”.

“Quand’ero piccolo dovevano buttarmi fuori dal campo. Sono sempre stato spinto da questa forte passione trasmessami da mio padre e da mio fratello maggiore. Ho iniziato subito, a un anno e mezzo, e la palla è sempre stata il soggetto dei miei giochi fin da piccolo. Ho sempre coltivato questa passione insieme a mio fratello e ai suoi amici. Penso che sia ciò che mi ha portato ad essere così determinato nel raggiungerla, perché aver la fortuna di avere una passione di questo tipo ti porta a tenere vivo il fuoco nei momenti più duri, anche quando magari le cose non vanno come desideri”.

“La prima volta vennero quelli del Sassuolo a visionare mio fratello che è di tre anni più grande, infatti un anno prima venne selezionato per farne parte. In occasione di un torneo dove giocavano tutte le giovanili vollero visionare anche me e rimasero colpiti da entrambi. Un anno dopo raggiunsi mio fratello e da lì iniziammo un percorso durato diversi anni supportati da mio nonno e da mia madre che ci hanno sempre accompagnato da Bologna”.

“Per me lui era più forte, era il fratello grande e cercavo di imitarlo. Mi ha sempre portato a volermi spingere oltre. Lui dice che ho realizzato anche il suo sogno perché anche lui aveva questa forte passione. Mi riconosce sempre una differenza mentale nell’essere determinato, ma tanta di questa viene dal fatto di avere lui come esempio e come spinta per cercare di essere più forte”.

“Penso che ci siano tanti stereotipi legati alla figura del calciatore, non mi piace essere sotto la luce dei riflettori. Sono estroverso ma faccio in modo che le cose private rimangano mie, comunque nell’intimità di famiglia e amici. Nel mio percorso ho avuto modo di conoscere ragazzi che a 14 o 15 anni escono di casa e non è semplice rimanere connessi con la realtà. Molti di loro hanno la testa sulle spalle, anche se da fuori si può parlare in maniera negativa, ma è un ambiente che ti forma e ti dà tanto”.

“Ultimamente sono tanti i ragazzi che fanno sia sport e allo stesso tempo studiare. La mia famiglia non mi ha mai obbligato nel proseguire gli studi, ho sempre pensato che potesse essere una cosa in più per il mio percorso. Ho 24 anni e spero la mia carriera possa durare il più a lungo possibile, è un mestiere ed un lavoro che non ha vita lunghissima. Quindi, avere la possibilità di studiare e costruirsi un futuro credo sia fondamentale. Sto studiando scienze motorie, sono più o meno alla metà del percorso. Ora sono diventato papà un po’ rallentato in questi ultimi mesi per essere d’aiuto alla mia ragazza e alla bimba. Non posso avere il ritmo di prima ma voglio riprendere come prima”.

“Vestire questi colori o vedere chi lo faceva era la cosa più bella ed emozionante. Per chi ha la fortuna di stare da questa parte è un grande onore e un privilegio da non dare per scontato. Bisogna godere di questo, perché in tanti hanno il desiderio di poter avere questa fortuna”.

“La prima convocazione è stata una forte emozione, l’ho ricevuta mentre ero a casa con la mia famiglia e stavamo cenando. Quando ho avuto la conferma che sarei stato chiamato non ho realizzato sul momento. Era una preconvocazione e sembrava stranissimo, era da poco che giocavo in Serie A. Poi, quando hanno ufficializzato che sarei rimasto nella lista dei 26 non dico che non ci capivo niente, ma non mi rendevo conto di cosa stavo andando a vivere, poi sappiamo tutti come è andata a finire, perché abbiamo vinto l’Europeo. Partecipare come prima convocazione ad una manifestazione del genere, oltre che essere una fortuna è un momento che non dimenticherò mai”.

“Il gol che mi ha emozionato di più in Nazionale è stato quello con l’Inghilterra a San Siro. C’erano i miei genitori in tribuna e ricordo di essere riuscito anche nel momento dell’esultanza ad individuarli e dedicarglielo. Poi, un altro alla pari è stato il primo contro la Lituania a Reggio Emilia. Questo è stato doppiamente bello perché ero nello stadio della mia squadra, visto che giocavo ancora al Sassuolo. Anche quello è stato un momento emozionante”.

“Con Spalletti abbiamo un bellissimo rapporto. Ho avuto la fortuna di averlo a Napoli e quando ero ancora al Sassuolo mi aveva dimostrato la sua volontà di volermi lì, e così anche il Ds Giuntoli. Sono sicuramente molto stimato da lui e questo dimostra che da quando c’è lui sono sempre stato convocato, anche quando ho avuto poca continuità o non giocavo molto. Non è una cosa scontata perché di calciatori forti ce ne sono tanti. Quando non hai molta continuità ci sta di non essere parte del gruppo. So che ha molta stima nei miei confronti, seguo sempre le sue idee e richieste e sono a disposizione”.

“Obiettivi? Sono ambizioso, non sto ad elencarli tutti. In questo momento vorrei completare la mia maturazione e cercare di trovare continuità e di avere minutaggio per potermi esprimere al meglio. Sono convinto delle mie qualità e posso tirare tanto fuori. In questo momento il mio obiettivo principale è questo”.

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