Il Mattino ha analizzato i 20 anni di presidenza del Napoli di Aurelio De Laurentiis, che firmò il contratto con gli azzurri il 10 settembre del 2004: “Il presidente non ha mai cercato il consenso facile e non vuole piacere a tutti (anche a chi governa nei Palazzi del calcio: le sue battaglie su riforme e diritti tv, spesso con toni aspri, le combatte da fuori) ma i suoi ragionamenti e la sua attenzione agli investimenti sono risultati più chiari da interpretare dopo l’ultimo mercato estivo, chiuso con spese per 150 milioni benché non vi siano gli introiti Champions e Osimhen sia partito per Istanbul ma soltanto in prestito. Saldo passivo di 138 milioni perché, escluso Ostigard (venduto per 7 milioni), gli altri calciatori sono andati a giocare altrove per un anno: Lindstrom, Cajuste e Natan, ovvero tre dei quattro presi nella balorda stagione post-scudetto. De Laurentiis ha spesso indicato parametri distanti per il Napoli. Ma alla fine li ha raggiunti. L’ultimo è stato l’ingaggio di Conte per il cambio di rotta. Quanti avrebbero scommesso sull’arrivo di un top manager dopo il decimo posto e i tre allenatori cambiati in dieci mesi? Ma Conte è qui, con un contratto triennale, perché ha creduto in un progetto che il presidente ha studiato dopo aver riflettuto sugli errori commessi quando sono andati via Giuntoli e Spalletti, appunto nell’estate post-scudetto. Nel primo giorno da presidente, vent’anni fa, De Laurentiis disse in un’intervista all’indimenticato Vittorio Raio sul “Mattino”: «Punto alla serie A in due anni. Mi auguro che presto avvenga un processo di internazionalizzazione del Napoli. Rilanceremo la città anche attraverso il calcio. Chiedo al Napoli di rialzare la testa come deve fare la città. Napoli deve essere al centro del mondo»“.