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CdS – Il film della parti: la risolleva El Chuky

Napoli batte Sampdoria in rimonta per 2 a 1 e a risollevarla è El Chuky Lozano come ci racconta il Corriere dello Sport:

E adesso che pure quest’ennesimo luogo comune è stato demolito, e il peso di quei cinquanta milioni pare sparire, Hirving Lozano può ricominciare a correre e a sorridere, sfi dando persino il vento: quando il calcio esce dagli schemi, e per un bel po’ è successo, al Napoli non è rimasto altro da fare che guardarsi dentro (anche in panchina), smetterla di analizzarsi secondo parametri in quel momento assai misteriosi, e lanciarsi contro il destino a petto in fuori. Hirving Lozano ha dovuto convivere per un bel po’, sedici mesi circa, con pregiudizi e diffi denza: ma adesso che ha spazzato via, e praticamente da solo, la Sampdoria, la sua vita napoletana assume altri contorni e la sua fi gura diviene più centrale. La partita più «sporca» di quest’ultimo quadrimestre, s’è andata a sommare a quella più complicata appena vissuta con la Real Sociedad: però stavolta, oltre alle trappole sparse qua e là da Ranieri con la Samp nel «Diego Armando Maradona», il Napoli ci ha messo parecchio del suo, evitando di interpretare un copione, privo di nozioni.

TRIDENTE. Il sogno di Gattuso, avvicinare in qualche modo la Bellezza, è stato confi nato nel tridente, ma mica basta vestirsi da 4-3-3 per dare un senso alla propria esistenza: la Sampdoria, nella sua disinvolta «arroganza», ha rimpicciolito il campo, s’è preso lo sfi zio di andare a pressare, ha rubato quella che si chiamano «seconde palle» ed in un lampo con Jankto (20′) ha spruzzato terrore in quello stadio svuotato anche del Napoli. Ed è rimasta una sfida strana per un bel po’, costruita dall’esuberanza della Samp, tutta muscoli e ripartenze in quel centrocampo denso di Ekdal, di Verre, di Thorsby e di Jankto, contro uomini – da Fabian a Demme, da Di Lorenzo a Ghoulam – confusi.

IL CORAGGIO. Essendo assai semplice fare di peggio, Gattuso ha smesso di guardarsi nello specchio deformante del 4-3-3, ha mescolato il Napoli (fuori Politano e Fabian, invisibili), gli ha dato peso con Petagna ma soprattutto un orizzonte nuovo, che Lozano è andato a ripulire dalle ombre, stracciando qualsiasi dettato, perché il 4-2-3-1 è semplicemente un dettaglio per maniaci. Il Napoli s’è ritrovato nella metà campo della Samp grazie a falcate devastanti e ad allunghi velenosi, ha smesso di sentire la pressione altrui e pure quella propria, consapevole dell’energia del messicano, talmente «eversivo» da staccare di testa per l’1-1.

SEMPRE LUI. Le partite, a volte, le cambiano gli uomini, ancor di più che gli schemi, e il Napoli s’è ritrovato in un’altra dimensione, vissuta su quella giostra allestita da Lozano, l’uomo ovunque per far vacillare la Samp (con il palo al 16′) e poi spostarla ai margini dei propri tormenti con uno scatto terrifi cante, una frustata a destra, sfruttata per arrivare sino a Petagna, nel cuore dell’area e di una «crisetta» d’identità dissoltasi così rapidamente.

AUTOCONTROLLO. E dopo quell’ora (o su di lì) pallida, il Napoli ha smesso di ondeggiare nel nulla, ha potuto inspirare per l’inevitabile calo fi siologico della Samp, l’ha governata con l’autorità che la presenza di Bakayoko le ha conferito: gli è rimasto, certo, tutto ciò che per sessanta minuti è sembrato un lungo errore, forse il retaggio di chi giocando ogni quattro giorni qualcosa deve pagare; però pure insicurezze che ancora gli appartengono, in questo dualismo ideologico tra un calcio e un altro, tra un centrocampo a due oppure a tre, tra ritmi che s’abbassano spesso e raramente s’impennano, tra le ansie di chi deve recitare, obbligatoriamente con quella squadra, da protagonista, e ne avverte il peso. Il lavoro non manca, pensando all’Inter e alla Lazio, ma a ventitré punti e potendo godersi la zona Champions, a Gattuso verrà più facile dar corpo ai propri pensieri.

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