Prof. Clemente di San Luca a MN tra giustizia e Maradona: “Confido nel ricorso, vi spiego. Diego un condottiero, ricordo quel goal al Milan..”

    Professore ordinario di Diritto Amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Luigi Vanvitelli, Guido Clemente di San Luca si racconta alla redazione di MondoNapoli.

    Membro del comitato ‘La classe non è acqua’, nel 1991 – all’indomani dell’arrivederci del pibe de oro a Partenope e i suoi figli – collaborò alla stesura del ‘Te Diegum‘, sulla scia del quale oggi rievoca dolcemente i ricordi di quegli anni che, con il senno di poi, si proiettano in una dimensione tanto onirica quanto crudamente realistica.
    Prima però, un preciso intervento tecnico sull’intricata questione delle sentenze del giudice sportivo in merito alla discussa vicenda di Juve-Napoli:

    “Le sentenze sportive di 1^ e 2^ grado sono un autentico obbrobrio giuridico… purtroppo l’ordinamento sportivo è concepito per negare i fondamentali dello Stato di diritto.
    Confido nella sentenza del Collegio di Garanzia del CONI, perché sarebbe l’occasione per riscattare la negazione dei più elementari principi giuridici perpetrata dalle prime due.
    La speranza sta proprio nella scelta delle Ss. Uu., perché significa che sono consapevoli della delicatezza cruciale della decisione da assumere.
    L’autonomia dell’ordinamento sportivo non può esser confusa con separatezza o addirittura con sovranità: di fronte al provvedimento imperativo dell’autorità sanitaria statale, l’ordinamento sportivo deve cedere… In ogni caso, penso che un eventuale successivo ricorso al TAR Lazio farebbe certamente giustizia!

    Su Maradona:

    “Anche se potrebbe sembrare strano, non ho mai conosciuto Diego personalmente… credo che nessun componente del Comitato ‘La classe non è acqua’ l’abbia mai conosciuto. Dunque, non ho ricordi personali nel senso di una esperienza diretta con lui.
    Naturalmente, né ho tanti della straordinaria esperienza collettiva di quei sette anni magici: la città, che pure usciva da una vicenda tragica come fu il terremoto del 1980, era gioiosa… si respirava un’aria di leggerezza nonostante i guai, allo stadio non c’era alcuna violenza ma un’atmosfera di felicità collettiva, si viveva l’emozione del sentire comune, uno spirito comunitario inspiegabile se non con l’allegria orgogliosa che lui generava”

    Fra i tanti, ricordo un goal contro il Milan, che raccontai alla trasmissione Mixer… che Diego segnò di testa, anticipando il portiere di uscito al limite dell’area, proprio sotto di noi: la palla rotolò in porta lentamente, quasi che noi, in piedi in curva A, all’unisono la chiamassimo: <<vieni, vieni, vieni>>… e la palla dolcemente si adagiò, in un vero e proprio ‘orgasmo collettivo’… Fu così che uno degli amici elaborò la teoria del “coitone”… metafora del vero e proprio gigantesco riaccorpamento del popolo nell’accoppiamento col suo condottiero…

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