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ESCLUSIVA MN – Schwoch: “Oggi quando sento rifiutare Napoli, penso che sono pazzi”

Da pochi minuti è terminata l’intervista di un’ex beniamino azzurro come Stefan Schwoch che ha parlato ai nostri microfoni nella trasmissione MondoNapoli Live i cui link per seguirla sono in fondo.

Ecco di seguito le sue parole:

Stefan, siamo seguiti tanti giovani e spesso Napoli è vista, da alcuni calciatori, come qualcosa di poco accogliente. Volevamo sapere quando ti è arrivata la chiamata del Napoli ed hai accettato (tu che eri sempre stato al Nord) come l’hai preso tu e come l’ha preso la tua famiglia?

Io non conoscevo Napoli all’inizio quindi feci solo un discorso calcistico in una squadra e piazza importante con uno stadio di 60/70mila spettatori. I miei genitori sono meridionali quindi non è stato difficile ambientarmi, la città è diversa da come dicono. E’ molto più accogliente di tutte le città del nord. Il legame con la città è rimasto forte e resterà sempre tale

Napoli forse è stato uno dei momenti più alti ed importanti della tua carriera. Dal punto di vista dei tifosi sei stato quasi il segno della rinascita (e quei capelli lunghi hanno ricordato qualcuno che pure li ha portati). Ad oggi sei terzo dietro Cavani ed Higuain per marcature segnate in una stagione nella storia azzurra. Quale emozione ti porti in questa parentesi? E soprattutto nel tuo Napoli c’era un giovanissimo Paolo Cannavaro, che ricordo hai del capitano? 

“Di quell’anno mi porto dietro tutto. E’ stato un anno e mezzo bellissimo, quando torno a Napoli sento ancora l’amore dei tifosi. Ormai mi sento metà napoletano metà vicentino. Napoli sicuramente è la parentesi più alta della mia carriera. Non ho alcun ricordo brutto all’ombra del Vesuvio, avevo solo il pensiero di vincere il campionato di Serie B e di tornare in A. Mi dispiace poi non averlo potuto giocare con il Napoli ma non posso che ricordare molto bene il periodo napoletano. Oggi quando sento rifiutare Napoli, penso che sono pazzi. Non si può rifiutare. Paolo all’epoca era giovanissimo, si vedeva anche all’epoca che poteva arrivare com’è arrivato. Certo non ha raggiunto i livelli del fratello ma solo perché parliamo di un pallone d’oro”.

Hai cantanto e scritto una canzone bellissima su Napoli ed i napoletani. Abbiamo detto che la tua è stata un immagine forte per il tifo azzurro. Il bomber che forse aspettavano da tempo. Hai un ricordo specifico della tifoseria azzurra, un aneddoto che ti è rimasto fisso? Magari qualche boato ad un goal che ti ha impressionato.

La canzone l’ho canta anche se l’hanno scritta i fratelli Artesi, parentesi bellissima e divertentissima. Esperienza che mi ha riempito di gioia. Vorrei specificare, comunque, che quando un bomber fa bene è merito della squadra. Solo un giocatore, che è stato a Napoli riusciva a vincere da solo…e sappiamo tutti a chi mi riferisco”.

Lei viene spesso unito alla categoria dei “bomber di provincia” amati da tutti i tifosi. Non crede che però il suo stile di gioco sia stato molto moderno (per tecnica e fisico) rispetto al calcio italiano degli anni 90 e duemila?

All’epoca si giocava di più con punta centrale ed una di bassa statura che stava attorno. Negli ultimi anni abbiamo visto fenomeni come il falso nuove che non dano punti di riferimento ma anzi tanto dinamismo. Un attaccante con le mie caratteristiche, alla Mertens, era qualcosa di atipico all’epoca. Si usavano più giocatori come Vieri, non sono stato un precursore. Non potevo più crescere e mi sono adattato ma sono una punta centrale“.

L’addio al Napoli: un vero fulmine a ciel sereno. Mio cugino piu grande di qualche anno mi ha detto: “Alessandro piansi per un giorno intero. Eravamo arrivati in Serie A e proprio lui che ci aveva portato lì ci abbandonava”. Il passaggio al Torino è stato pesante veramente per i tifosi. Lei come l’ha vissuto e quali furono i veri motivi di quell’addio?

Spiegartelo è facile. All’epoca neanche io capii il motivo, a me lo dissero quando era tutto già fatto. Dopo una settimana che andai via da Napoli, il mio procuratore mi disse che mi avevano venduto al Torino. Dovevo rinnovare il contratto, dopo che il campionato era finito e mi iniziai a fare i primi dubbi. Loro ricevettero dal Torino 11 miliardi che all’epoca erano tantissimi soprattutto per un giocatore di 31 anni e per una società in difficoltà economica come poi si è scoperto gli anni dopo. Anche il Torino era una grandissima piazza quindi accettai anche se sarei rimasto volentieri. Il legame con Torino non si è mai creato. Lì, a differenza di Napoli, non sono mai tornato. E’ stata semplicemente questione di feeling. Ancora oggi mi dispiace, ma devo accettarlo”.

Stefan e Roberto la coppia dei sogni nella stagione calcistica tra il 1999 ed il 2000. Poi adesso due futuri diversi. Stellone ha intrapreso la carriera da allenatore (ora all’Ascoli), tu invece prima hai fatto il dirigente ed ora l’opinionista sportivo. Volevo chiederti quali sono i tuoi progettu e soprattutto perchè non hai optato per la carriera da allenatore?

“L’allenatore non mi è mia interessato farlo. Ho preferito fare il direttore sportivo e l’ho fatto per un paio d’anni poi non ho potuto continuare. Non sono il tipo che si mette a chiamare i clienti perché anche da calciatore non ne avevo bisogno. Non mi piace chiedere favori a nessuno perciò ho capito che non fa per me il direttore sportivo. Oggi faccio l’opinionista per Dazn e sono uscito dal calcio”.

Chi è l’attaccante nel calcio moderno che quando lo guardi sembra di vedere qualcosa di tuo? E soprattutto chi per te oggi incarna il vero bomber tra i vari top club europei?

“Le caratteristiche simile alle mie secondo me è Mertens. In Italia dico anche Caputo del Sassuolo mentre in Europa mi piace Haaland che può diventare il Lewandoski del futuro”.

Hai iniziato nella Lanerossi la squadra di Paolo Rossi e Baggio. Oggi sei fai io telecronista per la serie cadetta (ricca tralaltro di tanti giovani anche di proprietà del Napoli. Ti piacerebbe trovare nuovi talenti? E poi chi ti ha impressionato in serie B come giovane da tenere sott’occhio e che consiglieresti al Napoli?

“Vicenza è casa mia, in Italia i palloni d’oro sono tre Paolo Rossi, Rivera e Cannavaro. Due sono vicentini. Quindi sicuramente è una realtà che, pur essendo diversa da quelle più importanti come Napoli, è un qualcosa che conta. In Serie B ci sono tanti calciatori che mi piacciono come Ricci dell’Empoli, però per il Napoli mi sembra difficile trovare qualcuno. Già il salto di categoria è duro, figuriamoci per venire a Napoli. Io credo che il Napoli debba tenere giocatori di prima fascia come Koulibaly o prendere giocatori come Bakayoko. Avrei fatto uno sforzo in più per Callejon“.

Passiamo al nostro Napoli, il Napoli di Gattuso un tuo pensiero su questa squadra e su dove puo’ arrivare. E poi ovviamente da bomber a bomber un tuo pensiero su Osimhen

La squadra si vede che ha lavorato su due moduli. Il mio desiderio è sempre stato quello di vedere tutto il potenziale offensivo in campo per fortuna adesso si sta vedendo. Per me la squadra sta facendo molto bene, e adesso serve trovare continuità in un anno particolare. Inter e Juventus stanno faticando quindi se potrebbe essere una grande occasione. Osimhen è un diamante grezzo che deve ancora migliorare tantissimo nel lavoro con la squadra però in queste prime partite non è ancora stato messo in condizione di rendere al massimo. Un attaccante che attacca la profondità con questa cattiveria non si vedeva dai tempi di Cavani. Deve migliorare quando riceve palla a difenderla e nello scarico. Per me ha delle potenzialità enormi“.

Infine per chiudere volevamo chiederti che idea ti sei fatto sul caso Juventus-Napoli e su come queste vicende possano influire sui calciatori

Non penso che questo brutto episodio possa incidere nella testa dei giocatori. Sono cose che purtroppo capitano, per me non potevano creare un precedente. Non sono d’accordo ma purtroppo non potevano permettere di creare un precedente e purtroppo è successo in Juventus-Napoli. Siccome sono legato dico che spero tolgano il punto di penalizzazione e che si rigiochi la partita ma da esterno capisco la decisione di non creare il precedente. La squadra ha comunque la possibilità di giocarsi lo Scudetto fino alla fine. L’obiettivo è la Champions ma se arriva qualcosa in più, ben venga“.

Ecco i link per seguirci.

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