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ESCLUSIVA MN – De Nicola: “Il ricordo più bello in azzurro la promozione in Serie A. Ritorno nel Napoli? Anche Gratis! Zuniga, vi spiego come sono andate realmente le cose”

Alfonso De Nicola, ex responsabile dello staff medico del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista in esclusiva ai nostri microfoni nel corso della trasmissione Mondo Napoli Live, in onda su Facebook e su Twitch:

Ci sono stati già svariati infortuni in questa ripresa cosa consiglia ai club per affrontare al meglio, dal punto di vista medico, tale periodo?
Adesso è molto importante avere una buona organizzazione di lavoro nelle società di calcio con lo scopo di prevenire infortuni gravi e meno gravi. Dopo questo periodo di lockdown per i calciatori è molto difficile non farsi male perché tre partite a settimana con questo caldo predispongono ad un affaticamento maggiore che è generalmente la causa principale degli infortuni.

A Napoli lei ha vissuto la vittoria di ben due coppe Italia e una supercoppa italiana, qual è il ricordo più bello che ha di quel periodo?
Tra questi il ricordo più bello è la prima coppa Italia, ma la cosa che mi è piaciuta di più in assoluto è stata la promozione in Serie A. Vedere il pubblico di Genoa con tifosi rossoblù e azzurri insieme che festeggiavano, il viaggio di ritorno a Napoli, il pullman scoperto con i giocatori: un ricordo bellissimo, mi sono davvero divertito tanto. Anche a Doha comunque contro la Juve ai rigori è stata una vittoria bellissima.

Il famoso caso Zuniga, cosa è successo all’esterno colombiano?
Nel dettaglio non posso entrare per etica professionale, c’è stato un periodo in cui il ragazzo si è sentito un po’ abbandonato. Io gli sono stato sempre vicino e mi sono affidato ai suoi consulenti. Lui ha preferito farsi operare dal professor Castellacci invece che dal professor Mariani. In un primo momento era più disponibile al trattamento, poi un po’ meno, ma più di quello non avrebbe potuto fare. Forse se gli avessimo proposto qualcosa di più serio prima sarebbe stato meglio.

Caso Ghoulam, cosa è successo invece all’algerino?
Faouzi è stato un po’ sfortunato anche se nel calcio non possiamo parlare di fortuna e sfortuna visto che parliamo pur sempre di gente privilegiata.

Higuain e Cavani, chi dei due l’ha impressionato di più sul piano fisico?
Higuain è sicuramente un giocatore molto importante, avevamo un buon rapporto, ci sentivamo anche la notte, mi scriveva spesso e mi chiedeva chiarimenti a proposito della sua condizione fisica, ma Cavani aveva una dote atletica e fisica impressionante. Quando lo visitai mi accorsi che aveva qualche piccola anomalia posturale, c’abbiamo lavorato e abbiamo ottenuto dei risultati incredibili. Mazzarri fu molto bravo ad inserirlo come prima punta.

Quanto può incidere una malattia (ad es. diabete) sul percorso di un giovane calciatore o un qualsiasi altro atleta che vuol praticare sport?
Non credo che questo possa rappresentare un problema, l’importante è farsi seguire e capire la gravità della malattia. Ricordo che Nicolas ad esempio non ha mai saltato una partita per il suo diabete, ma per altre cause.

Ricerca DNA sui calciatori, quali sono stati i progressi?
Abbiamo fatto un grande lavoro di ricerca per prevenire gli infortuni più comuni anche grazie all’ausilio dei preparatori atletici e all’investimento di un presidente come De Laurentiis che ha sempre creduto al comparto medico. Il progetto sul DNA è un progetto che abbiamo messo in opera e che ci ha dato risultati. Anche Ancelotti ai tempi del Bayern era interessato al progetto, Carlo è uno che guarda al futuro anche perché durante la carriera è stato vittima di infortuni che lo hanno condizionato ed è un tema dunque a lui molto vicino.

Infortuni muscolari nelle ultime due stagioni, qual è secondo lei il problema?
Il problema è sicuramente il tipo d’allenamento. Il giocatore alto 2 metri non può fare gli stessi allenamenti del giocatore alto 1 metro e mezzo o il calciatore di trent’anni non può fare gli stessi allenamenti del calciatore di venticinque. L’allenamento è un vestito fatto su misura.

Quando il Napoli cercava un giocatore, qual era il suo ruolo all’interno della trattativa da un punto di vista medico?
La mia relazione era identificare il tipo di calciatore e a quali rischi poteva andare incontro. Con Marino si cercava prima l’uomo e poi il calciatore, dopo Marino il modo di fare della società è cambiato. Mi si chiedeva di dire se il giocatore si sarebbe infortunato o meno, come avrei potuto fare a saperlo? Ci sono state tre trattative saltate per problemi sanitari, tra cui una di cui sono stato io direttamente responsabile, le altre per il parere dei consulenti. 
Michu ad esempio fu visitato a Barcellona da un medico che ci rassicurò. Io che coordinavo il tutto chiesi al presidente di fargli solo un anno di contratto perché non mi convinceva molto.

Il suo addio a Napoli è legato al famoso infortunio di Ospina?
Non è assolutamente così.

Ritorno a Napoli?
Con il calcio non ho chiuso, non potrò sempre dire di no ad altre offerte che mi arriveranno. Sarò sempre grato a questa società e sarò sempre pronto a ritornare a Napoli anche gratis purché ci sia un progetto di base.

Su Mertens, che tipo di giocatore è?
Dries è un calciatore straordinario, era una mezz’ala e ai tempi del PSV era il giocatore più forte. Ricordo che dissi a Bigon che mi aveva impressionato parecchio e difatti lui confermò che lo stava seguendo da tempo. E’ uno dei pochi calciatori in Italia che se decide di fare gol

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