Maksimovic come Albiol: la rinascita del serbo?

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Fonte foto: SSC Napoli

Voti alti, altissimi per il serbo chiamato a sostituire Kostas Manolas.
Voti che sanno di riscatto, che urlano di gioia e chiedono rispetto: troppo sottovalutato in passato, troppo bistrattato negli ultimi periodi.

Chiamato ad una maglia da titolare già contro l’Inter in semifinale, il serbo ha saputo rimpiazzare il degente Manolas incarnando al meglio quello che il buon vecchio Albiol sapientemente faceva accanto a Koulibaly: il secondo in primo pressing, il primo a coprire con saggezza.

Saggezza, quella che al classe 1991 ed ex Torino non è mancata: silenzio ed educazione fuori dal campo; pulizia, intelligenza tattica e tempismo in campo.

Due partite da incorniciare, quelle che il serbo ha inanellato nell’ultima settimana, riemergendo dalle ceneri di un calcio troppo abituato a criticare senza cognizione di causa e senza preoccuparsi delle conseguenze.

Dalla panchina alla splendida chiusura su Ronaldo in finale, dalle critiche agli elogi per il rigore freddo e potente calciato ieri sera al cospetto di un gigante come Buffon.

Ipotizzare il futuro del gigante di Bajina Bašta è cosa difficile ora più che mai, ma non tutti i mali vengono per nuocere: l’assenza forzata di Manolas ha messo in luce la serenità con cui Maksimovic sa affrontare anche le partite più difficili -destreggiandosi sia in fase di copertura che in fase di impostazione- gettando Gattuso in un piacevole ‘imbarazzo della scelta‘ circa le soluzioni adottabili in futuro.
Chissà che la (sua) storia non ricominci così.

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