ESCLUSIVA MN – Gazzetta, Monti a tutto campo: dal romanticismo calcistico ad Insigne e la fascia di capitano

    Gianluca Monti, giornalista della Gazzetta dello Sport, è intervenuto, cortesemente, ai microfoni della nostra redazione, MondoNapoli, rispondendo ad alcune domande:

    Secondo te, il binomio romanticismo-calcio esiste? O magari è esistito ed ora è scomparso? “Esiste ancora. Per certi aspetti, secondo me, esiste ancora: nell’ambito del racconto. Quindi, da questo punto di vista devono essere bravi i diretti interessati, cioè i protagonisti delle vicende a viverlo in questo modo e a farcelo percepire come un qualcosa che ancora unisca loro con i tifosi. Secondo me, è stato molto romantico il Napoli di Sarri, forse un po’ troppo, nel senso che ci abbiamo marciato anche un po’ sopra su questa vicenda dal punto di vista della comunicazione. Però, ha dato quell’impressione di una città, di un popolo legato alla sua squadra e quindi si può lavorare ancora sotto questo aspetto. Ad esempio, l’Inter sta facendo questo tipo di discorso con Antonio Conte. Nonostante, paradossalmente, in questo momento ci siano i peggiori nemici dei propri tifosi sulle panchine delle squadre più importanti d’Italia: Sarri sulla panchina della Juve, Conte (ex juventino) sulla panchina dell’Inter, Ancelotti che, fondamentalmente è milanista dentro, sulla panchina del Napoli. Penso che se c’è identificazione da parte della gente nei colori sociali, perché riconoscono che c’è identificazione nei colori sociali da parte dei calciatori e degli addetti a lavoro, secondo me potrebbe esserci ancora romanticismo”.

    Si parla tanto di James, è il tormentone del mercato di quest’anno, ma è davvero l’uomo giusto per il Napoli o secondo te c’è bisogno di un acquisto in un’altra zona di campo? “È l’uomo giusto per Ancelotti. Nel senso che lo vuole lui, e secondo me è giusto quello che ha detto De Laurentiis: lo vuole Carlo e bisogna accontentarlo. Ciascuno di noi, poi, può fare le sue valutazioni di carattere tecnico-tattico, ma Ancelotti lo vuole, lo conosce, lo può utilizzare in più zone del campo e secondo me gli mette anche tanta responsabilità addosso, anche se credo che Carlo non abbia paura di questo. Sicuramente James non è la priorità, nel senso che il Napoli ha come primo obiettivo un altro attaccante perché in organico ne ha solo due di centrali. Probabilmente, in lista c’è anche un centrocampista puro”.

    Quindi, dal tuo punto di vista, pensi sia meglio un altro attaccante, o meglio una punta alla Icardi, tanto per fare un nome? “Un altro attaccante il Napoli lo acquisterà. Non so se Icardi, ma un altro attaccante la società azzurra lo vuole comprare e lo comprerà: uno che possa giocare sia centrale, sia, eventualmente, anche sull’esterno. Anche se, secondo me, servirebbe più una punta centrale perché ne ha proprio bisogno numericamente. James non era la priorità di questa squadra, ma priorità per Ancelotti. Nel calcio va così, una buona società accontenta l’allenatore, e il Napoli ha dimostrato di volerlo fare fino al punto di mettere anche un po’ pressione su Carlo per l’acquisto di James”.

    Capitolo Insigne, lo cederesti per monetizzare per poi acquistare un altro attaccante o lo tieni bello stretto e ripartiresti da lui? “È l’unica giustificazione ad una possibile cessione di Insigne: quella di reinvestire i soldi su una punta centrale. Anche per un discorso di ruoli, il Napoli ha tanti esterni d’attacco, però è anche vero che se cominci a cedere Verdi, mandare in prestito Ounas e magari cedi anche Insigne, resti scoperto in quel ruolo perché né Zielinski e né Fabian Ruiz sono dei veri e propri esterni. A quel punto avresti Callejon, Younes e poco altro dietro, Mertens che si può adattare sull’esterno ma ormai si sente punta centrale. Io mi tengo, dunque, abbastanza stretto Insigne. Purtroppo, non è facile essere profeti in patria, però Lorenzo nell’ambito del calcio italiano e anche europeo – considerati anche i gol al Liverpool, Psg, Borussia, e in tante altre partite importanti nella storia recente del Napoli – è un gran bel giocatore. Non sarà un campionissimo, ma in Italia, di questi ultimi non ne vedo. Specialmente al livello nazionale, di italiani. Quindi, onestamente me lo voglio tenere stretto. L’unico motivo per una sua eventuale cessione, come detto, credo sia per prendere una grande punta centrale, ma, dal mio punto di vista, in questo momento hai bisogno di un supporto all’attacco lì al centro e non di un grande bomber, anche perché Milik e Mertens quaranta gol a stagione te li garantiscono. Se perdi Insigne, perdi tanta fantasia”.

    La fascia di capitano, la lasceresti ad Insigne o vedi un leader migliore in un altro calciatore azzurro? “Adesso non puoi togliergliela, specialmente se dovesse rimanere. È un ragazzo napoletano, cresciuto nel Napoli, l’unico cresciuto qui che gioca in prima squadra in maniera stabile (dopo che Sepe è andato via), ha 28 anni, è nel pieno della sua maturità, è stato anche giusto dargliela. Su questo, poi, ha ragione Carlo: deve dimostrare di averla meritata. Toglierla potrebbe significare degradarlo come è stato fatto con Icardi e sinceramente non ho mai visto comportamenti di Insigne fuori dal campo come quelli di Mauro, e non ho mai visto twittare la moglie di Lorenzo come Wanda”.

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