Il 1° posto, per la peggiore partita del 2018, va al match contro…

LE PAROLE DEL MISTER

La lettura più realistica e precisa di Sampdoria-Napoli è stata di Carlo Ancelotti nelle interviste del post-partita. Questa: «Nel secondo tempo ho visto un Napoli che lottava, nel primo tempo no. La spiegazione è abbastanza chiara: abbiamo iniziato in maniera identica rispetto alle altre due partite. Non siamo riusciti a ribaltarla, abbiamo regalato il primo tempo con il nostro atteggiamento. Soprattutto il primo gol è stato regalato, eravamo posizionati bene».

La transizione che Ancelotti predica è quella da una squadra meccanica meccanizzata ad una più fluida, un passaggio concettualmente difficile, specie per chi è abituato a giocare in un certo modo. Il Napoli di Genova è stato lento, impacciato e anche sfortunato nel primo tempo, ha concesso campo alla Sampdoria e ha subito due gol. Avrebbe potuto rimontare, l’inizio della ripresa è stato promettente ma gli episodi restano decisivi in uno sport non esatto come il calcio.

Resta la sensazione di una squadra con valori molto alti, ma ancora incapace di risolvere il confronto/contrasto tra vecchio e nuovo, di metabolizzare appieno il cambio concettuale che Ancelotti ha in mente. 

PROBLEMA D’ATTEGGIAMENTO

Il mister ne ha fatto un discorso di atteggiamento e intensità, parametri che vanno di pari passo con il modello di gioco, pur essendo oltre la pura analisi tattica.

Si tratta di problemi “mentali”, ma anche essenzialmente tattici. Che, però, non vanno e non possono essere riferiti al turn over: la presenza di Hamsik e/o Callejon non avrebbe modificato di una virgola il sistema del Napoli, che ha pagato scompensi gravi in fase offensiva a causa della buona prova della Sampdoria e della difficoltà di connessione tra centrocampo e reparto d’attacco. Un parametro che non sarebbe cambiato con Hamsik centromediano e soprattutto con Callejon esterno, un giocatore finale, un esecutore piuttosto che un costruttore.

È stata una questione di organizzazione e contro-organizzazione, il Napoli ha preparato una partita che non è riuscito ad attuare fattivamente sul campo, mentre la squadra di Giampaolo ha trovato esattamente quello che voleva. Ha stretto il campo in fase difensiva senza schiacciarsi troppo, una volta recuperata palla è riuscita a tenerla per lunghi tratti, soprattutto nel primo tempo, e in questo modo h impedito al Napoli di prendere fiducia attraverso il possesso e/o le verticalizzazioni.

Diawara non è riuscito a imporsi, a farsi vedere per poter giocare il pallone, chiuso nella morsa di Saponara (perfetto in fase difensiva) e così il Napoli è stato costantemente obbligato ad aprire e cambiare il campo.

L’ERRORE: L’ATTACCO

Il Napoli di Genova ha avuto un problema offensivo, più che puramente difensivo. Scende in campo chiaramente con una mentalità non eccelsa, lasciando alla Sampdoria dei tiri “facili” da concludere, nonostante nel primo tempo il gioco fosse stato equilibrato, la Samp sfrutta bene le occasioni avute e finalizza benissimo (quindi tanta bravura dei giocatori blucerchiati nel finalizzare, magari il risultato è stato troppo ampio rispetto al gioco espresso dalle due squadre).Il Napoli paga l’atteggiamento sbagliato del primo tempo e nonostante un equilibrio in campo, in difesa la squadra azzurra è facile da bucare e quindi merita la sconfitta. Nel secondo tempo nonostante il dominio per 30 minuti manca la finalizzazione, e paga proprio quel doppio vantaggio che permette alla Samp di difendersi e rimpallare gli attacchi avversari.

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