Napoli-Frosinone ha segnato, e continuerà a farlo, la stagione azzurra molto più di quanto addetti ai lavori e tifosi non stiano già sottolineando. E non solo perché i partenopei partono per Liverpool nelle migliori condizioni, almeno in campionato, possibili (secondi a +6 sull’Inter). Già, il match tenutosi ieri tra le mura del San Paolo nasconde la “rinascita” di tre uomini fondamentali.
A partire dal portiere, Alex Meret, finalmente titolare dopo 5 mesi di calvario, passando per il ritorno di un instancabile e già sugli scudi Ghoulam (già due assist), fino ad arrivare all’esordio di Amin Younes che, seppure non incantando (siamo solo all’inizio), ha già dimostrato qualità tecniche nell’uno contro uno decisamente invidiabili.
Giù le mani da Arek
Quante se ne sono sentite dopo alcune prestazioni infelici di Milik? Tante, troppe. Ma se c’è una cosa che Arek sta insegnando a tutti è il valore della personalità. Il polacco, infatti, non si è mai perso d’animo e i goal segnati ieri, oltre che la prestazione complessiva, ne sono dimostrazione.
Ma oltre alle reti, il contributo di Milik è evidente a tutto campo: il 99 azzurro gioca di sponda, fa salire i compagni, gioca dentro il campo. La sua opera d’arte finale è stato poi il movimento sul goal di Ounas: allargandosi, porta Capuano a seguirlo. Il movimento del difensore lascia campo al movimento dell’algerino, che poi delizierà i tifosi con un altro capolavoro.
Occupazione degli spazi
Uno dei principali difetti del Napoli degli ultimi anni, e spesso tornato anche in qualche match di inizio stagione, è l’occupazione degli spazi in area di rigore. Durante il triennio Sarrista, nonostante l’eccelsa qualità nel palleggio, gli azzurri si radunavano spesso tutti al limite dell’area, senza che ci fossero uomini ad impensierire effettivamente la difesa avversaria.
Il rientro di Ghoulam e la presenza di Milik dal primo minuto hanno ieri invertito questa tendenza. Il Napoli ha sempre attaccato con tre o quattro uomini sempre presenti in area, così da sfruttare meglio le occasioni. In special modo il terzino algerino, dall’alto della propria vocazione offensiva, non ha risparmiato continui inserimenti tra le maglie della difesa ciociara.
402 giorni per amarci ancora di più
Al di là dei discorsi tattici, la storia di Napoli-Frosinone coincide indissolubilmente con lo straordinario ritorno tra i titolari, dopo ben 402 giorni e tre operazioni al ginocchio, di Faouzi Ghoulam.
Il terzino algerino si è ripreso la catena sinistra, al cospetto di un Mario Rui mai così in fiducia, e non ha per niente sfigurato, anzi. Due assist, prova di maturità e addirittura finale con la fascia di capitano ben stretta intorno al braccio. Immagine perfetta di un ritorno che non poteva essere migliore.
Intendiamoci, probabilmente Ancelotti preferirà ancora Mario Rui per la gara di Liverpool, sia come premio per il lavoro svolto dal portoghese sin’ora, sia per le condizioni ancora non perfette di forma dell’algerino. Ma già solo il fatto che il numero 31 sia tornato a disposizioni e possa reggere novanta minuti sovrasta tutte le altre emozioni.
Il Napoli ha bisogno di Ghoulam, che prima degli infortuni si era mostrato il migliore terzino sinistro del campionato, nonché tra i primissimi al mondo. Perché l’attacco farà anche vendere i biglietti, ma la difesa fa vincere le partite. Bentornato, Faouzi.