CorSport: “Mertens vuole esserci a Genova. Le ultime sulle sue condizioni”

    E quello lì, quello che corre starebbe male…! Avrebbe una spalla «dissestata», un’infiammazione che corrode l’anima e però lo sguardo «assassino» che annuncia sorprese: però il calcio ha bisogno d’altro, e non basta l’espressione assai «scugnizza» per ritenerlo sufficientemente idoneo alla battaglia. Genoa-Napoli è roba per uomini forti, possibilmente integri: ma quando mancano due giorni e soltanto un allenamento, Dries Mertens interroga se stesso, ondeggia nel cuore di Castel Volturno come se fosse nel bel mezzo d’una partita e rilancia la propria candidatura per una maglia, per un posto, per la gloria e anche per avvicinare quota cento, che sta a due gol appena. E’ uscito ammaccato dalla serata con il Psg, altra sfida per bomber autentici, dopo aver costretto due volte quel ragazzino di quarant’anni a fare il Buffon della situazione: poi s’è rotolato sull’era, come un bambino, solo che imprecava alla luna, per un dolore insopportabile o forse ai limiti…

    CHI GIOCA? Adesso il rebus di questa vita partenopea comincia ad albeggiare, di nuovo, come sempre fino ad ora e fino a quando si sistemerà il pallone al centro del campo. Però è chiaro che se ti porti appresso una tripletta, quella con l’Empoli, avverti il sentore d’un vantaggio percettibile nelle gerarchie: lo dirà lo spalla, nella giornata odierna, e soprattutto domani, nell’immediatezza di una partita in cui c’è tanto dentro, per esempio anche la sida a distanza assai ravvicinata con un «predestinato», così dicono le sentenze delle prime giornate di campionato, per il quale il Napoli si è fatto avanti e lo ha pure confermato.

    OCCHIO. Attenti a Piatek, verrebbe da dire ad Ancelotti, che invece ha altre amabili preoccupazioni, in questa settimana densa, l’ultima piena prima della sosta: perché per il momento l’unico pensiero (o uno dei tanti) è in quel ballottaggio al centro dell’area di rigore, tra un gigante che si sta ricostruendo piano piano e dopo due interventi ai legamenti e un bomber formato tascabile che invece ha dimostrato nelle sue due annate precedenti di potersi permettere qualsiasi, dannata soluzione. Persino tufarsi nel mischione, tenendosi la spalla. Le quotazioni della vigilia d’una partita, con Ancelotti, sono come quelle di Borsa, e l’oscillazione è netta, sintomatica ma anche imprevedibile: Milik è il titolare in pectore del Napoli che si appresta a piombare su Marassi ma Mertens è quello lì che sta correndo, dicevano stesse proprio male e invece non vede l’ora che cominci la partita. Genova è (anche) per lui…

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