Ultimo appuntamento del Football Leader 2018. Oggi la cornice è quella della Federico II di Napoli, a parlare, tra i tanti ospiti, spiccano il presidente azzurro Aurelio De Laurentiis e Nicola Rizzoli:
Parola a il presidente De Laurentiis:
“Per me un arbitro è una persona equidistante, che non può avere ruolo politico. Io credo che nel calcio per un problema anagrafico si sia vissuto sul compromesso conveniente dell’ignoranza. Nel 1996, Romano Prodi trasformò le società di calcio in Spa, in quel momento doveva essere riformato tutto, così come la classe arbitrale. Nella vita il compromesso è la più grossa stupidagine. Bisogna decidere dove stare.
Gli arbitri dovrebbero essere nostri dipendenti. Il VAR, se è un esperimento come si dice, dovrebbe essere non criticato, ma bisognerebbe parlarne apertamente. Come facciamo a dimenticare calciopoli? Diamo trasparenza alla classe arbitrale, teniamola fuori da ogni possibilità di dubbio.
Sono rimasto molto colpito dalle spiegazioni sugli errori arbitrali, ma forse ci sono troppi se e troppi ma. Forse dovremmo discutere per compilare un documento per stabilire cosa è verificabile col VAR. Dopodiché nella cabina di regia ci vogliono dei tecnici, non degli arbitri. Gli arbitri devono essere indenni, non possiamo esporli come stiamo facendo”.
Risponde Rizzoli:
“Rispetto e ascolto le idee di tutti. Sulle considerazioni tecniche, per togliere i se e i ma c’è bisogno di regole, che però già ci sono. Il protocollo che noi abbiamo è molto dettagliato, si può sicuramente migliorare e modificare, ma le regole ci sono.
Vogliamo creare una control room dove vengono analizzati tutti gli episodi, anche se non so quanto tempo ci vorrà perché ci sono errori di comunicazione. A breve inizieremo ad analizzare il fuorigioco in 3D.
Sui tecnici: se abbiamo sempre il dubbio, chi devono essere i tecnici? Che precedenti devono avere? E’ complesso…”
Interviene De Laurentiis:
“Le decisioni devono essere prese da chi gestisce il calcio. Dobbiamo essere noi a decidere. Non coinvolgerci è grave. Siamo noi che investiamo, non possiamo restare fuori”.
