L’Analisi – Cattivissimo Mertens e il fiato sul collo

Vince in rimonta il Napoli a Marassi, dopo i due zero a zero delle ultime due stagioni. Tre punti che permettono agli azzurri di tornare in vetta a scapito dell’Inter, ma anche le altre avversarie non mollano.

Quarta rimonta azzurra dopo quelle con Atalanta, Lazio, Spal, ma non è stata tutto rose e fiori la prestazione dei ragazzi di Sarri. Dopo i primi minuti di blackout culminati con il gol di Taarabt (al secondo contro gli azzurri dopo quello con il Milan di alcune stagioni fa), il Napoli tiene banco a Marassi fino al 70’, per poi soffrire nel finale rischiando il pareggio beffa come era accaduto all’Inter martedi’ contro la Samp. Un calo nel finale di gara figlio della tensione che a Sarri non è piaciuto, come dichiarato a fine gara, ma anche di una stanchezza più mentale che fisica che sembra sempre di più una prerogativa degli azzurri. Considerata chiusa troppo presto la gara di Genova che ha portato alla mente la gara di Empoli dello scorso anno e in parte quella di Ferrara. Ci ha pensato Cattivissimo Mertens a rimettere le cose a posto con due gol e mezzo. Dopo tre gare di digiuno, il folletto belga è tornato ad essere decisivo con i suoi gol, mai banali e sempre da incorniciare. Soprattutto il secondo gol è da manuale con stop al volo e palla sotto la traversa di un esterefatto Perin.

Albiol dipendenti – Il Napoli a Marassi ha mostrato quella faccia “brutta”, specie in difesa, che non si vedeva da tempo. Sarà un caso che fosse assente Albiol? Forse. Con questo non si può mettere la croce sulle spalle di Chiriches, che mancava dalla vittoriosa gara di Bologna, chiusa anzitempo per un problema alla spalla, ma è apparso evidente come gli azzurri, senza il loro “comandante” abbiano subito due reti su azione che in campionato non si vedevano dalla gara di Ferrara. Anche allora Albiol era in panchina….Ma ormai lo diciamo da tempo che non possono giocare sempre gli stessi, quindi bisogna anche imparare a convivere con questo e sperare che certe amnesie non diventino croniche e soprattutto decisive. Stasera al Napoli è mancata la cattiveria nel finale forse anche per la pressione mentale di doverla vincere per forza perché le dirette concorrenti non mollano un colpo.

Il fiato sul collo – Il Napoli sente adesso sempre più vicine le sue avversarie. L’Inter, seppur per una notte, aveva scavalcato gli azzurri in classifica, e questo, dopo un avvio di stagione da record, è segno che il livello, lì davanti, si è alzato. I nerazzurri sono sempre a due punti adesso e non molleranno il colpo facilmente, idem Lazio e Juve, tre punti sotto gli azzurri, che continuano a vincere. Tutta questa pressione potrebbe essere deleteria a lungo andare e il Napoli devo però imparare a conviderci, senza timori e soprattutto con la consapevolezza che se si vuole arrivare alla meta c’è ancora da soffrire. Non bastano le nove vittorie in dieci gare o le sei vittorie consecutive in trasferta (nove con quelle dello scorso anno) a rendere gli azzurri immuni e considerarsi già vincenti in partenza. Il livello delle avversarie si è alzato e gli scontri diretti faranno la differenza per la classifica finale. Juventus e Napoli hanno dimostrato in questi anni di essere le squadre più attrezzate a restare in vetta ma Inter e Lazio non vogliono essere da meno e fino all’ultimo saranno avversarie ostiche.

Adesso Sassuolo e Chievo con nel mezzo il match con il City per farci capire se davvero il Napoli ha le forze, non solo fisiche, ma anche mentali, per continuare a guidare la volata da leader e non da gregario, in attesa dello sprint decisivo di Primavera.

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