Home Copertina Torino, Piazza San Carlo: la sconfitta di tutti. Ecco perchè

    Torino, Piazza San Carlo: la sconfitta di tutti. Ecco perchè

    Avevo circa dieci anni quando chiesi a mio padre dell’Heysel e lui mi aveva raccontato che un gruppo di scellerati hooligans attaccò la tifoseria della Juve: si scatenò il putiferio, gente schiacciata come se una pressa impazzita vagasse da quelle parti. Lì per lì capii qualcosa, ma non tutto. Mancava qualcosa, un dettaglio che facevo fatica a mettere a fuoco e che solo sabato, al termine della finale, quando ho saputo dei fatti, è tornato a ronzare nella mia mente. Come un lampo, come una lampadina che si accende di colpo e continua a rimanere accesa senza un apparente motivo. Ma qui un apparente motivo c’è, e non è trascurabile.

    Tanto all’Heysel quanto in Piazza San Carlo c’erano uomini, donne e bambini. Potresti esserci tu, che stai leggendo queste righe. Potevo esserci io. Potevamo esserci tutti e rimanere, nella migliore delle ipotesi con uno spavento che ti segna a vita come una cicatrice, o, come per fortuna non è accaduto, con qualcuno che avrebbe potuto piangerci disperatamente. Esagerato? Forse no, ma è bastato vedere con orrore una sciarpa della Juventus insanguinata. E lì un brivido ha scosso tutto il mio corpo. Come diamine è accaduta questa tragedia? Una bravata, si dice, ma in un tempo in cui la psicosi da terrorismo ha raggiunto livelli mai visti finora, cose del genere DOVEVANO essere evitate, specialmente nell’imbuto impazzito di Piazza San Carlo. Come si doveva controllare meglio chi c’era in quella maledetta piazza:controlli approssimativi, pezzi di vetro ovunque pronti a recidere indelebilmente la pelle dei tifosi, ultras lasciati di liberi di pascolare arrecando disturbo ad altri tifosi e nei negozi circostanti e una paura tale da scatenare un putiferio che resterà nella memoria di molti calciofili.
    Una bravata, è stato detto. Chiamatela come volete, potrei rimanere ore e giornate intere a trovare una parola per descrivere questo “evento”, ma per il momento intendo fermarmi.

    Sabato non ha perso solo la Juventus, ha perso il calcio, ha perso ancora e clamorosamente il buonsenso umano, abbiamo perso tutti. Poteva accadere un massacro, poteva accadere di tutto. Non è morto nessuno, il bimbo che era ad un passo dal Creatore ora è uscito dal coma, ma a tutti i 1527 feriti, un taglio, un livido, un’escoriazione si può medicare e lasciar che guarisca, ma quella mandria terrorizzata che scappava da un presunto attentato, quella no, nessuno sarà capace di rimuoverla dalle loro menti.

    E allora, a tutti i feriti, nel corpo e nel ricordo, una pacca sulla spalla e un augurio di pronta guarigione per cercare di dimenticare quella tragica sera. Al di là di qualsivoglia rivalità sportiva.

     

     

     

     

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