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La stagione del Napoli in Champions League: luci e ombre sul cammino azzurro

Sarà durata poco l’avventura degli azzurri nella competizione della coppa dalle grandi orecchie, eppure qualcosa di positivo è emerso. Nel girone gli azzurri erano in compagnia della Dinamo Kiev, del Benfica e del Besiktas, tre squadre che in patria hanno di che vantarsi e che qualche grattacapo lo hanno creato anche ai ragazzi di Sarri.

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Andiamo con ordine. Contro gli ucraini il Napoli ha vinto ma non stravinto, all’andata il match è stato sostanzialmente vinto da Milik, autore di una doppietta dopo lo svantaggio iniziale, mentre al ritorno entrambe le squadre hanno parcheggiato il loro bus davanti alla difesa per tutto il match. Risultato: uno scialbo 0-0.

Contro il Benfica, sul quale grava ancora la rinomata maledizione di Bela Guttman, il Napoli è stato autore di due ottime partite. Il match d’andata, di scena al San Paolo, ha “regalato” ai tifosi azzurri la prima occasione per sfoderare il grande urlo “The Chaaampiooonss!” che, in quell’occasione, è stato registrato come se fosse una scossa sismica. Emozioni che solo la tifoseria napoletana può regalare. Per la cronaca il match è finito 4-2 per Hamsik e soci, con il Napoli capace di dare quattro ceffoni alle Aquile portoghesi prima di sciogliersi lentamente e prendere due gol nel raggio di pochi minuti. Si immagini la reazione di Sarri nello spogliatoio…
Al Da Luz, gli azzurri dovevano vincere e l’hanno fatto grazie alle reti di Callejòn e Mertens nella ripresa, in una partita ben gestita dagli azzurri che hanno concesso veramente poco ai lusitani.

Contro il Besiktas, invece, gli azzurri si sono complicati la vita. E non poco, perchè l’avversario non è certo di prim’ordine, ma qualcosa evidentemente non ha funzionato a dovere. I tre gol subiti dal Napoli al San Paolo contro i turchi sono un ottimo esempio: la difesa non ha giocato la miglior partita dell’anno e Aboubakar ne ha approfittato con due reti pesantissime. Tant’è che si iniziava a pensare che questo Napoli non fosse all’altezza della competizione. Certo, per quel che si era visto sul campo, la partita poteva finire in una Caporetto se l’avversario fosse stato più blasonato, ma i ragazzi di Sarri, complice il carisma del tecnico toscano, sono riusciti a uscire da questo periodo difficile (tanto in Champions quanto in campionato) e, al ritorno, il Napoli, in uno stadio dalla temperatura infernale, ha strappato un 1-1 importante ai fini della qualificazione. Una qualificazione che alla fine è arrivata, ma al sorteggio di Nyon c’era ben poco da star allegri. Due parole: Real Madrid. I campioni d’Europa in carica, che domani se la vedranno contro la Juventus a Cardiff.

I match contro le Merengues sono stati, statisticamente parlando, una delusione ma, ancora e soprattutto questa volta, il “fattore Napoli” è emerso prepotentemente. Tanta la voglia di riscattare la sconfitta del 1987, tante le iniziative per caricare l’ambiente in quelle che sembravano le partite della vita, ma un doppio 1-3 ha costretto i partenopei alla resa. Un vero peccato, soprattutto per il fatto che il Napoli è sempre partito in vantaggio (all’andata con una magia di Insigne, al ritorno con Mertens), perdendo lucidità nel corso della partita.
Al termine dell’andata, un episodio che ha macchiato il cammino (e forse minato la concentrazione) degli azzurri in Champions League: le dichiarazioni di De Laurentiis, poco felici, ai microfoni di Premium, con le quali il patron ha accusato l’ambiente azzurro, reo di aver giocato senza “cazzimma”. Parole aspre, dalle quali è iniziato un severo silenzio stampa.

 

Questo è stato il cammino del Napoli in Champions League, conclusosi agli ottavi contro la finalista e detentrice del titolo. Un percorso fatto di luci e ombre, che l’anno prossimo rivedrà il Napoli come partecipante, ma ci sarà un ulteriore ostacolo (o aiuto?) per gli azzurri: il preliminare ad agosto. Lì vedremo quanto lontano può arrivare la truppa azzurra.

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