L’ANALISI – Gli Azzurri “contratti”…fermati dal palo e dalle ingenuità

    Con il pareggio di Sassuolo il Napoli fallisce il sorpasso alla Roma, ma la squadra vista al Mapei stadium è ancora viva e può provare fino alla fine la rincorsa al secondo posto. Ma basta ingenuità.

    La conferenza stampa di Sabato per il rinnovo di contratto di Insigne aveva creato le premesse per un week end più che positivo per gli azzurri, ma il pari con il Sassuolo ha assopito l’entusiasmo in casa azzurra. Di certo era una gara da vincere per mettere sempre più pressione alla Roma, ma dall’altra parte non si può non evidenziare come gli azzurri siano apparsi ad inizio gara “contratti” e passateci il gioco di parole. La mano del solito Damato ha reso ancora più amara la giornata azzurra. Dopo gli errori di Genova, il bis qui a Sassuolo e sulla carta i punti lasciati per strada per le disattenzioni arbitrali diventano quattro. Fatalità? Chissà. Certo è che da quel Sambenettedese-Napoli, che molti ricordano, non è mai stata “fortunata”, per usare un eufemismo, la direzione del fischietto di Barletta. Sempre in tema di scarsa fortuna, i due tiri di Mertens e Insigne, che si stampano sullo stesso legno interno, sfidando le leggi della fisica, sono apparsi un altro segnale di una giornata da archiviare e dalla quale prendere il bene e il male per continuare a credere nel secondo posto. Il traguardo Champions non è in discussione, anche con un terzo posto, ma di certo un Ferragosto di Champions lo vorrebbero evitare tutti, visti i precedenti di Lazio, Roma e dello stesso Napoli.

    Seppure la sfortuna ci mette la sua, gli azzurri l’aiutano anche, visto che non si fanno mai mancare le solite ingenuità che hanno portato via tanti punti durante tutta questa stagione. Stavolta è Marek Hamsik ad iscriversi all’album degli orrori con un retropassaggio di testa che favorisce l’1-1 di Berardi. Magari ci saremmo aspettati anche una certa reattività di Reina che forse è rimasto come tutti sbigottito dallo sciagurato passaggio del Capitano. Come si dice in questi casi….capita…ci può stare. Ma c’è poi il secondo gol del Sassuolo nato dalla solita palla ferma e dalla solita conclusione a rimorchio su cui Reina avrebbe potuto metterci un pizzico di reattività in più, così come i suoi compagni nella chiusura. Tutto questo riempie la parte del bicchiere mezzo vuoto.

    Nella parte di bicchiere mezzo pieno annotiamo sicuramente l’ennesimo gol di Mertens, a cui va regalato subito una penna per la firma del nuovo contratto, e il ritorno al gol di Milik che sa quasi di liberazione dopo il grave infortunio. L’apporto del polacco sarà importante in questo finale di stagione contro avversari come il Sassuolo che giocheranno più per l’orgoglio che per reali obiettivi e quindi ci vorrà tutto il potenziale offensivo azzurro per scardinare le difese arroccate. Proprio dall’attacco arrivano le solite statistiche eccellenti. Il Napoli già a quota 98 gol in stagione e a sei reti dal record di 104 da stracciare nelle prossime cinque gare. Così come il record di punti, visto che già alla 33esima, gli azzurri hanno un punto in più dello scorso anno. Ed ecco che da questo parte l’analisi di una stagione che ha visto un Napoli capace di fare dalla gara in casa con il Sassuolo a questa, ben 46 punti. Un cammino impressionante che però non le permette di essere in lotta per il titolo come lo scorso anno. Di certo è da qui che il Napoli deve partire per continuare a costruire anche il prossimo anno qualcosa di importante. Nonostante i tanto decantati fatturati su cui si sprecano tante parole, ma che per gli azzurri sono ancora strettamente dipendenti dai soli risultati sportivi, non avendo alcun altro introito significativo da Stadio e Marketing, come accade alla Juventus. In questo anno con la vittoria del girone di Champions e un ottavo di finale prestigioso, ci si è costruiti una reputazione a livello europeo che va coltivata e mantenuta per poter essere in pianta stabile nel gota del calcio europeo e magari aumentare l’appeal di calciatori che possano far alzare l’asticella.

    Un nota particolare la dedichiamo a Paolo Cannavaro, vittima di poco edificanti offese dai social, che ancora una volta ha dimostrato con una prestazione da professionista sul campo che la scelta di mandarlo via da Napoli, ritenendolo poco affidabile, fu forse eccessiva da parte dell’allora tecnico e della società.

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