L’ANALISI – Rigorosamente Napoli, nel segno di Lorenzo e Dries, con un ritorno al passato

    È stato il week end dei rigori, veri e presunti, delle polemiche, dei tormentoni, del vittimismo, ma quanto è bello ritrovare il calcio alle 15, quello vero della domenica pomeriggio, e soprattutto davanti ad un pubblico da Champions.
    La gara con il Crotone non era di certo una di quelle che avrebbe attirato l’attenzione dei tifosi, ancora con negli occhi la splendida serata di Champions dall’amaro epilogo. Eppure nonostante tutto, per tornare a rivivere serate come quella dello scorso Martedì, c’è bisogno di arrivare il più in alto possibile in campionato. Il pubblico lo sa ed è per questo che il San Paolo si riempie ancora, per una domenica pomeriggio d’altri tempi, quando il calcio era l’ammazzacaffè e i lunch match non esistevano e gli anticipi e posticipi erano solo per eventi straordinari o rinvii forzati delle gare. Altri tempi. Così come d’altri tempi è la gara del Napoli contro i calabresi. I tre punti contro il Crotone sono l’ennesimo mattoncino messo in fila dai ragazzi di Sarri che continuano senza ulteriori intoppi la rincorsa al secondo posto tenendo le inseguitrici a debita distanza e continuando a far sentire il fiato sul collo ad una Roma in affanno. Sarri si affida come si faceva una volta, ad un centravanti di ruolo, fisico, arcigno che tenga a bada la retroguardia avversaria. Quel Pavoletti comprato a fior di milioni a Gennaio ma che ancora sembra in naftalina. Sulla fascia rispolverato Strinic, finalmente diremmo, e Rog che riprende il suo posto da titolare guadagnato sul campo e a furor di popolo. Il tutto ben mixato con un Chiriches, al rientro dopo tempo immemore, sistemato al centro della difesa ma che, come per Pavoletti, l’assenza dal campo, sembra averlo un pò troppo arrugginito. Il Crotone non era di certo avversario in grado di impensierire gli azzurri, ma al solito sono gli azzurri stessi ad impensierirsi da soli regalando, in più di una occasione, il pallone agli avversari che, troppo increduli di tanta grazia, non ne approfittano. A trascinare gli azzurri alla conquista dei 3 punti ci pensa il suo fantasista, il suo uomo di maggior talento, come era un tempo il classico 10, oggi figura sempre più inghiottita negli schemi e nei numeri di maglia indecifrabili. Ci pensa Lorenzo Insigne e il suo 24 sulle spalle, ad infiammare lo stadio San Paolo. Prima si procura e realizza il rigore del vantaggio e poi chiude la gara con un gol simile ad un rigore in movimento, tagliando fuori la retroguardia del Crotone grazie ad un assist al bacio di un ritrovato Jorginho che, ancora una volta, dimostra di avere nelle verticalizzazioni la sua arma vincente che sopperisce alla mancata fisicità che è tutta a vantaggio del suo alter ego Diawara. Una doppietta per Lorenzo che lo porta in doppia cifra in stagione, e lo sblocca al San Paolo in questo 2017, visto che le sue esultanze erano diventate solo per i pochi eletti al seguito degli azzurri in trasferta. Due gol che lo consacrano sempre di più come autentico talento di questa formazione. Nel mezzo il sigillo numero 19 di Dries Mertens che ancora una volta segna in una gara ufficiale al San Paolo e si consacra vero nueve di questa squadra. La speranza è che la telenovela legata al suo rinnovo trovi ben presto un lieto fine, perché perdere per l’ennesimo anno consecutivo il miglior attaccante, non so come verrebbe digerito dalla piazza.
    Nota lieta della giornata il non aver subito gol (contro uno dei peggiori attacchi della A sarebbe stato il colmo) e Ramos ha fatto ancora una volta gol di testa su angolo anche se marcato a uomo invece che a zona.
    Ad ogni modo, prima di rimpiangere il passato e pensare al futuro, Sarri sa benissimo che il presente va vissuto intensamente e sempre sulla corda. Da qui a fine stagione il Napoli non può minimamente abbassare la guardia e non può più sbagliare gare come quelle con il Palermo e l’Atalanta. La rincorsa alla Roma sarà punto a punto e il calendario azzurro, inclusa la Coppa Italia, sarà fitto di impegni anche ostici, come le trasferte con Lazio e Inter. Ma prima c’è l’Empoli, in un lunch match, che farà ancora una volta da amarcord per il tecnico azzurro ma che non deve minimamente creare imbarazzi agli azzurri che hanno solo nei tre punti l’unico obiettivo da perseguire, prima della sosta e prima della quattro giorni in bianco e nero, tra le mura del San Paolo che dovrà, come nelle ultime gare, essere il dodicesimo uomo.
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