L’ANALISI – Dal San Carlo alla Scala, CantaNapoli in formato Real

    La vittoria di San Siro contro il Milan non è una vittoria qualunque. Il Napoli vince convincendo e soffrendo. Juventus e Roma sono avvertite.

    Bastano 9′ al Napoli per far capire ai rossoneri che non sarà la loro serata. 25′ di Napoli stellare tanto da far scomodare gli addetti ai lavori in paragoni con il Milan di Sacchi e il Barca di Guardiola. Eccessi in cui spesso si cade quando si vede giocare la squadra di Sarri che appare così splendida e perfetta da accecare chiunque. Ma nessuno è perfetto e l’errore di Jorginho e Tonelli riapre un match che per poco gli azzurri rischiano di compromettere. Ma un merito va dato agli azzurri alla fine. Aver imparato a vincere soffrendo. Quelle vittorie “sporche”, come quella arrivata all’ultimo minuto con la Samp, ad inizio anno, che  agli azzurri mancavano e che Sarri si era augurato di ottenere ad inizio anno. Tre punti contro il Milan valgono in questo momento doppio se non triplo sia per l’impatto sulla classifica che per l’aver battuto una diretta concorrente. La Juve ci aveva lasciato le penne a San Siro qualche mese fa e i rossoneri sono apparsi una squadra mai doma che merita di stare in zona Europa. Ma tutto questo ai rossoneri non è bastato contro un Napoli che per 25′ ha letteralmente annichilito i ragazzi di Montella. L’uno-due Insigne-Callejon è stato come quello di un pugile ad inizio incontro che ha messo subito al tappeto l’avversario. Un uno-due che porta in entrambe le circostanze la firma in calce di Dries Mertens autore di due assist magistrali per i compagni. Direttore di orchestra alla Scala che accompagna gli acuti dei suoi compagni. 9 gol e due assist per il folletto belga nelle ultime cinque gare e sempre più leader di questa squadra. Avrebbe potuto fare dieci Dries ma il colpo del 3-0 si è malamente spento tra le braccia di Donnarumma.

    Nel segno del Magnifico – Lorenzo il Magnifico è tornato e San Siro è la sua terra di conquista preferita. Dopo la doppietta dell’anno scorso, Insigne mette anche in questa gara il suo sigillo. Non solo per lo splendido gol di sinistro che piega le mani a Donnarumma ma soprattutto per le giocate che hanno illuminato il Meazza. Una su tutte il pallonetto da centrocampo che ha sfiorato l’incrocio dei pali e che se fosse terminato in rete sarebbe diventato il nuovo spot del calcio italiano. La visione di Maradona in settimana deve aver ispirato Lorenzo che ha messo in campo qualità e quantità. È questa la continuità che ci si aspetta dal ragazzo per diventare il simbolo di questa squadra come lui chiede e aspira da tempo.

    Uno degli aspetti che emerge dalla gara di ieri è il carattere di questa squadra che va al di là dell’età anagrafica. Nei minuti finali, infatti, quando c’era da usare l’esperienza per portare a casa il risultato, gli azzurri schieravano il centrocampo più giovane della A con Diawara Rog e Zielinski. Sempre più un roseo futuro per questa squadra. Sarri è riuscito ad inculcare il suo credo sempre di più in questi ragazzi capaci anche a gara in corso e in uno stadio e contro un avversario dalle grandi tradizioni a non aver alcun timore reverenziale e a giocare con il piglio dei veterani. Nota dolente forse il gol preso per il grossolano errore di Jorginho e Tonelli, per eccessiva confidenza, ma anche questo fa parte di quello che è il credo di Sarri. Cercare sempre di giocare la palla in ogni circostanza. Su questo forse Tonelli dovrebbe fare scuola da Albiol ma alla fine resta anche nella mente una serie di salvataggi del difensore azzurro in alcuni frangenti in cui il Milan appariva più pericoloso del solito. E poi dopo le tante critiche ricevute una menzione va data a Reina capace di guidare ieri la sua difesa e autore di alcune parate che potevano sembrare facili ma che in altre circostanze e con un campo in condizioni pessime, avrebbero potuto creare non pochi problemi all’estremo difensore azzurro.  Lasciamo alle moviole giudicare l’operato di Rocchi che forse ieri avrebbe potuto, specie nella prima frazione, avere un occhio più attento su alcuni episodi che hanno lasciato molti nel dubbio per le decisioni prese.

    E adesso è il momento di non togliere il piede dall’acceleratore. Bisogna continuare la striscia positiva salita a quota 14 in campionato e testa alla Coppa Italia dove c’è da passare il turno contro la Fiorentina in gran forma. Mai un attimo di respiro per Sarri e i suoi, ma adesso questa squadra è consapevole di avere oltre al bel gioco anche quel pizzico di carattere e sacrificio che sono alla base per raggiungere i risultati.

    Articolo precedenteVerso Napoli-Fiorentina: i viola perdono un pilastro difensivo nella sfida col Chievo
    Articolo successivoHamsik: “Tre punti molto faticosi, ma abbiamo dimostrato ancora che siamo una grande squadra!”