Home Copertina La storia di un bergamesco a Napoli…

    La storia di un bergamesco a Napoli…

    Due anni d’azzurro pieni di emozioni che però stanno per finire. Nel bene e nel male Napoli ha amato Gabbiadini e Gabbiadini ha amato Napoli, ma inesorabilmente certe storie devono concludersi per il bene reciproco. “E’ deciso, va via!” oggi ha tuonato così il suo agente Silvio Pagliari. Due gol nelle ultime due partite, Manolo saluta a testa alta la città e la squadra, dimostrando così, ancora una volta, di essere un grandissimo professionista.

    Un colpo di mercato del gennaio 2015, ma nonostante tutto lui arrivò in punta di piedi nel Napoli di Benitez doveva essere l’alternativa di Higuain, ma a poco a poco trovò una sua posizione in campo, tanto da giocare con l’argentino in più partite. Primo gol in casa del Chievo su assist di Strinic, il croato arrivò nello stesso giorno di gennaio dell’ex doriano, e da lì mantenne una certa costanza in zona realizzativa.

    L’arrivo di Sarri sembra poter portare ancora più spazio al ragazzo. Si può giocare con due punte nel 4-3-1-2 del neo tecnico azzurro, ma da lì a poco si trovano gli equilibri con il 4-3-3 e con Higuain in forma straordinaria, per Manolo c’è solo la panchina. Segna in Europa League, ma non basta, Gabbiadini voleva e doveva giocare, perché così perde il treno per Parigi e gli Europei con la Nazionale.

    E’ forse quella la goccia che fa traboccare il vaso, ma nessuno se ne accorge, perché l’attaccante azzurro lavora in silenzio, non va davanti ai microfoni ad esprimere il suo malessere, e si prepara alla nuova stagione. Via Higuain, dentro Milik, il bergamasco adesso ha qualche chances in più. Parte titolare a Pescara, va in panchina con il Milan e il polacco segna una doppietta. Nuovo giocatore, storia vecchia. Nonostante l’infortunio dell’ex Ajax, Manolo non riuscirà a trovare veramente una posizione nel modulo di Sarri e così finisce in panchina a fare la riserva di Mertens, che gioca fuori ruolo al suo posto.

    Viso cupo, più del solito, si capisce che il malessere c’è, ma in campo tenta di dare il tutto per tutto e, quando meno te lo aspetti, arrivano due gol: quello decisivo per il pari di Firenze e quello che riapre la partita con la Sampdoria. Da attaccante puro, quello che tutti volevano. Ma nel frattempo a Napoli è arrivato anche Pavoletti, questa è l’ennesima bocciatura nei suoi confronti.

    Timido, introverso, dal viso monoespressivo, forse Manolo Gabbiadini è un ragazzo che con il calore di Napoli non ha molto a che fare, ma ci è comunque entrato dentro. Ha rispettato i tifosi, lo staff, il presidente e i suoi allenatori, mai una parola fuori posto, anche quando avrebbe potuto, e adesso ci ritroviamo qui a darci un addio che sa di tristezza, perché poteva essere ben altro ma non è stato.

    Nonostante tutto porterà una parte di Napoli nel suo cuore e noi ad un atleta del genere non possiamo far altro che ringraziarlo e augurargli una sorte migliore per esprimere tutto il suo talento.

    Exit mobile version