Napoli-story, quando il passato anticipa il futuro: il primo stadio di proprietà fu del Napoli!

A volte sfogliando le pagine che compongono la storia scopriamo verità che, nella polvere del tempo, rischiano di ammuffire nell’indifferenza e nel silenzio. Questa è la storia di un progetto, di un’idea avanguardista che il 16 Febbraio 1930 vede la luce: lo Stadio Vesuvio, edificato al Rione Luzzatti di Gianturco nei pressi della stazione ferroviaria. Edificio inaugurato con una sfida senza tempo: un Napoli-Juventus terminata 2-2.

 

-La nascita:

Stadio_Ascarelli_tribune_legno

Lo stadio fu progettato da Amedeo D’Albora su commissione del primo presidente del Napoli Giorgio Ascarelli. Fu costruito nei pressi della zona nota come “Rione Luzzatti“, nei pressi della stazione Centrale. La struttura era dotata di tribune in legno, poteva contenere 20mila spettatori e in prima battuta fu denominato “Stadio Vesuvio”. Fu  costruito in meno di sette mesi (un vero e proprio tempo record) e inaugurato il 23 Febbraio del 1930. Progetto voluto e sostenuto economicamente da Giorgio Ascarelli.

 

-I personaggi:

Amedeo D'Albora (Napoli, 10 gennaio 1896 – Napoli, 30 novembre 1980)
Amedeo D’Albora (Napoli, 10 gennaio 1896 – Napoli, 30 novembre 1980)

Amedeo D’albora: importante ingegnere, dirigente sportivo e politico italiano nonché senatore della Repubblica Italiana eletto per la Campania nella III Legislatura. E’ tra più attivi dirigenti sportivi della nuova FIDAL campana della quale risulta essere il Presidente del Comitato Regionale Campano già nel 1927 e organizzatore a Napoli delle finali del “Gran Premio dei Giovani” il 9 ottobre 1927 all’Arenaccia. Dopo aver vinto il concorso per la realizzazione del progetto del “Campo Sportivo del Littorio”, D’Albora, grazie all’interessamento del mecenate e Presidente del Napoli Giorgio Ascarelli progettò e realizzò nel 1930 (inizio lavori agosto 1929 con fine nel febbraio 1930) lo Stadio del Vesuvio. Suo anche il progetto per la realizzazione nel 1925 dello Stadio XXVIII Ottobre al Vomero, stadio che fu utilizzato sia dalla “Littorio Vomero” che dall’A.C. Napoli durante la stagione 1933-1934 a causa dei lavori di ristrutturazione dell’Ascarelli, scelto per ospitare la coppa del mondo italiana nel 1934.

 

Giorgio Ascarelli (Napoli, 18 maggio 1894 – Napoli, 12 marzo 1930
Giorgio Ascarelli (Napoli, 18 maggio 1894 – Napoli, 12 marzo 1930)

Giorgio Ascarelli è figlio di Salomone Pacifico Ascarelli, ex vice sindaco di Napoli per la zona Mercato e titolare di una grande industria di tessuti. Diede vita al Circolo Canottiera  Napoli che adesso ha sede a Santa Lucia. Fu il promotore principale della nascita del Napoli Calcio, nel 1926, denominata A.C. Napoli. Quest’ultima nacque per unire tutte le realtà calcistiche che c’erano sul territorio partenopeo del tempo. Una sorta di fusione tra tutti. Attraverso questa società, Ascarelli riuscì a convincere la Figc, alla fine del 1929, ad inserire anche la propria squadra nel torneo nazionale che era di sedici squadre. Si passò a diciotto club partecipanti grazie alla forza dirigenziale di questo personaggio che iniziò a prendere quota anche a livello federale. Ascarelli più volte fece presente la necessità di un minimo di tempo per riuscire a colmare il gap con i club del nord, sempre riuscendo nel proprio intento, tanto è vero che il Napoli riuscì a rimanere sempre nella Divisione Nazionale e a partecipare al primo campionato a girone unico, che si disputò nella stagione 1929-30. Ascarelli amava Napoli e il Napoli in un modo unico, al punto tale che nel 1929 a spese proprie ordinò la costruzione di uno stadio nella zona del Rione Luzzatti. Si chiamava il ‘Vesuvio’. Solo dopo diciassette giorni, però, morì per una peritonite acuta e i tifosi decisero di modificare il nome della struttura, dedicandola all’ideatore.

 

-La storia: 

Stadio_Ascarelli_facciata_principale

La prima partita ivi disputata fu il 16 febbraio 1930: Napoli-Triestina 4-1 (in goal per il Napoli Vojak con una doppietta, Sallustro e Fenili). L’inaugurazione vera e propria avvenne la settimana seguente (23 febbraio 1930) con la partita con la Juventus terminata 2-2 (Napoli in goal con Buscaglia, autore di una doppietta decisiva per ribaltare il doppio svantaggio a fine primo tempo). Due settimane dopo, il presidente Ascarelli morì ed in sua memoria l’impianto fu intitolato al suo nome, divenendo lo “Stadio Giorgio Ascarelli”Poco dopo la morte del presidente lo stadio fu requisito dal regime fascista che nel 1934, in occasione dei mondiali, volle ristrutturalo in cemento armato modificandone profondamente l’aspetto. Dopo la ristrutturazione del 1934 lo Stadio Ascarelli acquisì una facciata imponente, in perfetto stile fascista, e la sua capienza aumentò fino a raggiungere i 40mila spettatori. Ospitò due partite dei Mondiali del 1934 vinti dall’Italia, fra cui la finale per il 3º posto Germania – Austria.  Per “rispetto” a Mussolini, viste le origini ebree di Ascarelli, lo stadio venne ribattezzato proprio in quell’occasione “Stadio Partenopeo”. Dopo i mondiali ritornò ad esser sede abituale delle partite casalinghe del Napoli e nel 1937 la società vi attuò il singolare esperimento dell’ingresso libero alle donne.

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Lo Stadio Partenopeo fu per anni il simbolo della modernità e dell’operosità fascista, nonché motivo di propaganda del regime al Sud.

-La fine: La storia dello Stadio Partenopeo si interruppe nel 1942 tra bombardamenti e opere di saccheggio. La gente del rione prese a spostare all’interno dello stadio le macerie dei crolli circostanti, rendendo di fatto il ‘Partenopeo’ una sorta di enorme deposito a cielo aperto. Dopo un po’, molti senzatetto si stabilirono all’interno della struttura in una sorta di baraccopoli, come potete vede dalle seguenti immagini.

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Una storia che nasce nel 1929 e che muore nel 1942, abbracciando i cambiamenti più significativi che hanno caratterizzato il nostro paese. Immagini in bianco e nero che raccontano un’epoca lontana ma vicina allo stesso tempo ai nostri tempi. Le idee di questi uomini da noi descritti, avevano indicato la strada di ciò che sarebbe poi nato molti anni dopo. L’amore per lo sport e l’etica del lavoro sono i valori espressi e cancellati dagli orrori della storia, così come l’innovazione tanto avanguardista ieri che, solo oggi, trova corrispondenza nei fatti. L’ennesima dimostrazione di quanto Napoli abbia segnato la storia italiana, riuscendo ad esserne sempre prima protagonista distinguendosi nell’eccellenza. Quest’ultima espressa nella prima linea ferroviaria costruita in territorio italiano (1839, che collegava Napoli e Portici) così come in ambito calcistico, donando al Napoli Calcio uno stadio di proprietà già 87 anni fa. Machiavelli riteneva che gli eventi del passato si ripetano periodicamente e, guardando agli errori commessi precedentemente, si può agire correttamente al presente. Da questa speranza vogliamo augurarci si possa assistere ad un “nuovo rinascimento napoletano”, capace di ricondurre Napoli tra le prime in Europa in campo di eccellenze, partendo dagli aspetti sociali a quelli più banali di carattere sportivo.

La crescita esponenziale di questo club, nel quale militano gioielli preziosi, merita una struttura all’altezza affinché i tifosi possano godere dello spettacolo sul rettangolo verde. Il decadente San Paolo, padre delle vittorie significative azzurre, ha indubbiamente un valore inestimabile per chi ha vissuto gli anni “maradoniani“, ma c’è bisogno di rivoluzione. Ascarelli allora, De Laurentiis oggi (napoletano di famiglia) ha il compito di riportare fasto e bellezza nella città dove le grandiosità artistiche pullulano, insomma un tempio sacro per i partenopei che fanno del calcio la passione più bella.

Osare per lasciare un ricordo tangibile e importante alle generazioni future, conditi di ricordi che nemmeno il tempo potrà scalfire. Saranno passati anche settant’anni dall’inaugurazione dello “stadio Vesuvio” ma il lustro di una costruzione così all’avanguardia denotano ancora adesso l’intelligenza di chi ha amato davvero Napoli prima come città e poi come società. Un giorno, all’improvviso, qualcosa cambierà…

Un video de Cinecittàluce in riferimento all’impianto sportivo:

 

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Articolo scritto da: Donnarumma Ludovica e Cafaro Jonathan Bruno

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