Sono passati già quattro anni da quel tragico episodio. Il 14 aprile 2012 Morosini si accascia a terra allo stadio Adriatico, davanti anche gli occhi di Insigne e Immobile, nel match tra Pescara e Livorno. Una vita non facile quella del centrocampista bergamasco, nato nel 1986. In età adolescenziale perde prima la madre e due anni dopo, 2003, anche il padre. L’anno dopo anche suo fratello disabile lascia i suoi cari suicidandosi. Piermario è forte però, e rimane in piedi, ha una sorella a cui pensare, anch’essa disabile.
Non segna molto, ma in campo è un guerriero. Gira tutte le categorie più importanti, e a Udine conoscerà quello che verrà considerato il suo fratello maggiore, Antonio Di Natale. Gioca in tutte le compagini dell’Italia, dall’ Under 17 fino all’Under 21 e il suo momento di gloria, sarà un bronzo all’ Europeo del 2009 in Svezia con quest’ultima fascia.
Ne ha prese di botte questo ragazzo che in quel pomeriggio a Pescara, cerca di battere anche la morte. Morosini cade una volta, ma si rialza, cade ancora ma ancora una volta cerca di riprendersi. Alla fine deve cedere, si accascia e non si alzerà più. L’ambulanza non riesce ad entrare in campo per colpa di un auto parcheggiata male. Beffarda la vita e anche ingiusta nei confronti di chi aveva già subito tanti traumi ma ha affrontato la propria esistenza a testa alta senza mai arrendersi.
Le cure della sorella disabile passarono a quel fratello maggiore che Morosini aveva trovato ad Udine, Totò Di Natale.