Dici Napoli e pensi Maradona: tanti auguri D10S! Dalla periferia di Buenos Aires al tetto del mondo, la pagina più bella del calcio partenopeo

    Periferia di Buenos Aires, 30 ottobre 1960. Una data comune per molti, la nascita di un’icona per tanti altri. Diego Armando Maradona vive di pane e calcio sin da piccolo, accompagnato da quel soprannome inventato dai compagni del Cebollitas, sua prima squadra giovanile, “El Pibe De Oro”: mai nomignolo fu più azzeccato, diventerà il marchio di fabbrica del calciatore più forte di tutti i tempi.

    Gol a raffica e giocate da capogiro già ai tempi dell’Argentinos Juniors, perché uno del genere non nasce tutti i giorni e di certo la sua immensa classe non poteva passare inosservata agli occhi dell’Argentina e del mondo intero. Esordio da professionista a dieci giorni dai suoi 16 anni. Un predestinato, sulle orme di uno come Pelé, mica uno qualunque. Uno per cui a tanti anni di distanza è ancora acceso il dibattito su chi sia il più forte, ma non ce ne voglia il brasiliano…

    Alla Bombonera piangono ancora la sua cessione, il Boca Juniors dovette vendere il suo gioiello al Barcellona a causa di una forte crisi economica ed è proprio con l’approdo in blaugrana che il Vecchio Continente scopre da vicino il più grande fuoriclasse del mondo. Ma il colore che Diego ha nel sangue è un altro, i libri di storia del calcio Maradona li scrive col Napoli e con la sua Nazionale, le maglie accomunate dalla tinta azzurra: il colore di cui D1oS va fiero tuttora.

    Dopo qualche anno a Diego la Spagna sta stretta e Corrado Ferlaino, patron dei partenopei, decide che l’occasione è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire: Maradona arriva a Napoli per la somma di 13 miliardi di lire, cifra monstre per l’epoca. Soldi che in realtà il club azzurro non possedeva e che furono versati in un secondo momento.

    L’amore con la città e con tutti i napoletani nasce il 5 luglio 1984, quando il Numero 10 venne presentato ufficialmente allo stadio San Paolo e fu accolto da circa ottantamila persone, che pagarono la quota simbolica di mille lire per vederlo. ” Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires”, parole entrate nel cuore di un’intera città per la quale Maradona divenne ben presto più di un semplice idolo, un vero e proprio culto.

    Due Scudetti, una Coppa Italia, Supercoppa e Coppa Uefa per rendere gli anni della sua permanenza a Napoli i più gloriosi e vincenti di tutta la storia del club azzurro. Sullo sfondo una serie di interminabili trofei e di riconoscimenti con tutte le maglie indossate da Diego, tra i quali lo storico Mondiale in Messico del 1986 diventato leggenda per rete segnata irregolarmente dalla “Mano De Dios” nei quarti di finale con l’Inghilterra.

    Oggi, dopo la piccola parentesi da allenatore, Diego vive a Dubai, dove è pronto a ricevere gli auguri di tutto il globo per il cinquantacinquesimo anno di una vita caratterizzata da alti e bassi. Sarà un caso sia nato nel periodo di Halloween? La sua vita è stata un continuo ‘Trick or treat’, con i problemi relativi alla sua vita privata, con quelli sulla droga in primis a gettare ombre sulla carriera di un calciatore senza eguali. Perché per quanto si sprechino paragoni e per quanto ci si sforzi di cercare un ‘nuovo Maradona’, uno come lui non nascerà mai più.

    Noi vogliamo fargli gli auguri così, riempiendoci gli occhi di racconti e di ricordi del calciatore più forte di tutti i tempi, del calciatore arrivato in Italia per diventare l’idolo dei napoletani e che invece adesso rappresenta l’icona di tutto il calcio mondiale, al di là del colore della propria maglia e al di là di ogni fede calcistica… Chapeau Diego!

    edicola votiva maradona

     

     

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