Dimeticati Saponara e Soriano, la mediana azzurra è insuperabile

    La Gazzetta dello Sport analizza come Roma e Napoli siano serie candidate per lo scudetto: “Lo scudetto sembra affare loro, di Roma e Napoli. Un inedito, mai successo che le due grandi del centro-sud si contendessero il titolo. Unica avvertenza: la Juve ha recuperato regolarità di passo e non si può escludere che riagganci il treno di testa. La Juve resta la Juve. Oggi però la Serie A appartiene a Garcia e a Sarri, e il Nord rischia l’emarginazione. Di fondo Roma e Napoli hanno strutture simili. Identici o quasi, i sistemi di gioco: 4-3-3 per tutte e due, anche se l’assetto romanista è soggetto a variabilità, tende a mutare in fase difensiva. Uguali le linee guida degli attacchi. Garcia e Sarri hanno smesso di inseguire l’utopia del falso nove o del trequartista multiuso. Il francese è uscito dall’equivoco Totti. Sarri si è liberato dagli «empolismi», non vagheggia più Saponara o Soriano. Dispiegate le ali: Callejon e Insigne al Napoli, Gervinho e Salah alla Roma. Esterni che volano via, per servire i rispettivi centravanti, Higuain e Dzeko. Ecco, qui scatta la prima vera differenza. Higuain è capocannoniere con sette gol, Dzeko è fermo a uno, ma il bosniaco causa infortunio ha giocato meno, per cui il paragone tra i due avrà ragione d’essere più avanti. La principale diversità sta nell’atteggiamento. Il Napoli, tra le cinque oggi al vertice della Serie A più la Juve campione in carica, è la squadra che recupera palla più in alto sul campo, in media a 38 metri dalla propria porta. La Roma, in questa particolare classifica, risulta soltanto sesta, a 34 metri, nonostante abbia in squadra un formidabile pressatore e accalappiatore di palloni come Nainggolan. I migliori predatori di Sarri sono Allan, Koulibaly, Hamsik e Jorginho. Tutta la mediana del Napoli è votata alla caccia della palla, nessuno dei tre in mezzo resta a guardare. Il Napoli si difende lontano dalla porta, ma attenzione, in seconda posizione, nella classifica di cui sopra, spicca la Juve, segno che i campioni non hanno perso l’attitudine all’aggressività”.

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