Il cervello di questo Napoli, ecco Jorginho 2.0

    Probabilmente quella di stasera è stata la prestazione della consacrazione per Jorginho che contro qualsiasi pronostico si è preso di prepotenza e merito la maglia da titolare di questo nuovo Napoli di Maurizio Sarri. L’annata non era cominciata nel migliore dei modi: prima l’arrivo di Valdifiori dall’Empoli ad aumentare la concorrenza nel ruolo e dopo l’inserimento nella trattativa col Torino per arrivare a Darmian. Sembrava così giunta già al termine l’esperienza del brasiliano sotto l’ombra del Vesuvio, ma Sarri dopo averlo visto in opera al ritiro di Dimaro decide di bloccare la sua cessione in maglia granata. Da qui in poi è una continua escalation per l’ex-Verona che a suon di prestazioni positive nelle amichevoli prestagionali si merita la fiducia del mister e la maglia da titolare contro prima il Brugge e poi con la Lazio, complici anche le prestazioni sottotono di Valdifiori. E’ un nuovo Jorginho quello schierato in campo nella stagione attuale, un giocatore più concreto, attento e soprattutto cattivo, capace di tessere le fila della manovra azzurra sbagliando pochissimi palloni (Ndr, stasera solo un pallone in profondità per Callejon lanciato verso la porta bianconera) e di fare filtro per la difesa giocando come vertice basso del centrocampo. Chapeau dunque per il tecnico toscano capace di valorizzare un talento che dopo la scorsa stagione sembrava destinato a finire nel dimenticatoio consegnandogli le chiavi del centrocampo del suo Napoli che, cosa non trascurabile, da quest’anno gioca a 3 uomini anziché a 2 come era previsto negli schemi di Rafa Benitez.

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