Editoriale – Siamo figli del Vesuvio: Napoli lo hai dimenticato?

    Un tempo le guerre si vincevano con i mercenari, non oggi però. Uno dei motivi di questa annata storta sta nel fatto della mancanza di coesione e di interessi comuni. Per carità nessuno mette in dubbio che la stragrande maggioranza dei calciatori ami questa meravigliosa città, ma amare qualcosa non significa limitarsi a contemplarla, ma fare qualsiasi cosa per essa. L’impressione è che molte volte un’anomala passività abbia prevalso sulla cattiveria agonistica. Nel calcio molte volte non vincono solo i più bravi, ma chi ha più fame. Con addii annunciati prima di un importante sfida come quella di domenica e molte testa già altrove, verso le prossime destinazioni, il risultato è stato quello che si è visto.

    Una domanda sorge spontanea: perchè giocatori come Insigne Gabbiadini non sono stati impiegati quasi mai dal primo minuto nelle ultime gare così importanti? Innanzitutto si sta parlando di due giocatori dal talento indiscusso. Lorenzo, se non fosse stato rallentato dall’infortunio, sarebbe stato protagonista assoluto. Manolo ha addirittura superato le aspettative ed è stato probabilmente il migliore azzurro del 2015. Inoltre i due giovani talenti sono tra i pochi ad essere certi di indossare la magli azzurra anche il prossimo anno; inevitabilmente si sarebbero battuti con una maggiore ferocia rispetto ai compagni. Anche a De Laurentiis questo non è sfuggito, tanto è vero che ha ribadito più volte di voler dare un’impronta italiana alla squadra, partendo proprio dal settore giovanile.

    Soprattutto i napoletani, i cosiddetti “figli del Vesuvio”, hanno sempre fatto bene nel recente passato. Si pensi a come si battevano gente come Iezzo, Grava e Paolo Cannavaro, che per quanto i più potessero ritenerli giocatori di cadetteria, hanno dimostrato di crescere esponenzialmente e figurare più che dignitosamente anche in serie A ed addirittura in Europa. Anche lo stesso Quagliarella (nonostante dopo il suo passaggio alla Juve i tifosi lo hanno ribattezzato “traditore”) ha dato sempre il massimo con la maglia azzurra disputando una stagione straordinaria. L’impressione è che sia mancato un po’ questo in questa stagione, un leader che fosse seguito dal branco. Ed a Napoli il leader lo puoi fare solo se hai un amore viscerale per questa terra. Chi farebbe carte false per tornarci è Ciro Immobile (come dimostrano i suoi retweet e i suoi post sui social network), proprio perchè si è sentito tanto forestiero in una Germania con cui l’amore non è mai sbocciato. Che possa essere lui, con il suo amico fraterno Lorenzo, a far tornare il Napoli quello di un tempo?

    Adriamo Arpaia

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