Stessa scena, stessi colori, stessa data ma giocatori diversi: Andujar si traveste da Rafael per una sera…

    Per un secondo è sembrato di rivivere quel giorno: rigore, portiere, avversario bianconero e infine la parata. Stessi colori, stessa scena, stessa data ma giocatori diversi.
    Napoli-Udinese ha ricordato per ampi tratti la gara vinta il 22 dicembre contro la Juventus e l’ironia del destino ha voluto che accadesse esattamente un mese dopo il fatidico trofeo portato a casa meritatamente.

    Questa volta gli uomini di Benitez hanno invece mostrato troppe debolezze, sarà che mancava il vero leader del gruppo, Gonzalo Higuaín, sarà stato l’ampio turnover con tanto di nuovi innesti, ancora non in completa sintonia con i compagni, ma sarà stato pure che quel cuore ha lasciato spazio alla poca lucidità sotto porta degli attaccanti e all’equilibrio precario nel reparto arretrato.
    Insomma, nessuno poteva immaginare che il Napoli potesse soffrire così tanto dopo due rigori concessi e un’espulsione avversaria.

    La bellezza di una gara scialba, però, viene regalata dalla rasoiata di Marek Hamsik, la quale darà sicuramente nuova fiducia al capitano che di classe ne ha da vendere, poi dal solito Kone che, come un toro quando vede il matador sventolare il telo rosso, si scatena alla vista dell’azzurro e puntualmente si rende protagonista di goal stratosferici, per lo più amari.
    Una vera bestia nera.

    Un patema durato oltre novanta minuti, similmente al match qatariota, il risultato dei supplementari ha, come allora, previsto un due a due.

    Ma il meglio ancora doveva venire, la benevole sorte ha tardato di qualche minuto. Perdonabile.


    Ed ecco la scena che sa tanto di deja vù: da una parte Andujar, il portiere argentino alla sua seconda titolare, di fronte a lui Allan e una immagine che si presenta agli occhi quasi come se fosse la copia di quella di Doha: tiro, intuizione del palo, parata, il Napoli ancora una volta vince. Quasi di “rigore” ormai, viste le partitr che corrono…

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