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    Quel 3-3 un film già visto, ma Benitez sa come correggere gli errori

    Di solito i film escono al cinema una volta sola. Ci restano per un paio di settimane, a volte tre. La pellicola diventa poi solo un oggetto di collezione, e via col prossimo film. Di cinema chi se ne intende eccome, è naturalmente il patron azzurro Aurelio De Laurentiis, regista di spessore internazionale che non avrà certo fatto i salti di gioia nel rivedere, al San Paolo, un film quasi del tutto analogo allo stesso andato in onda esattamente 60 giorni fa. Il 24 settembre, infatti, il Napoli otteneva un modesto punticino contro il Palermo dopo il 3-3 finale. Anche quella volta dopo essere stato due volte in vantaggio.

    Dalle critiche ai paragoni illustri, dalle polemiche ai songni il passo è breve. Gli azzurri sono passati dagli abissi dell’inferno alle porte del paradiso, senza passare per il purgatorio, ed ecco la multa per eccesso di velocità e la pena da scontare. Come si direbbe al gioco dell’oca, Napoli fermo un turno. I dadi li tirano Roma e Juventus.

    Higuain e compagni dimostrano, ancora una volta, di essere i degni interpreti del teatro dell’assurdo: prestazioni magnifiche contro le grandi squadre e gare non altezza contro le piccole. Un problema più nella testa che nelle gambe. Rafa Benitez dovrà vestire, ancora per un po’,  i panni dello psicologo ed individuare la giusta terapia per i suoi pazienti, con precedenza ai difensori. Già, perchè in un modo o nell’ altro il Napoli i gol li ha sempre fatti. Il problema è il reparto arretrato, dove Koulibaly e compagni alternano troppo frequentemente i ruoli di soldati e ballerini o di leoni e gazzelle, se si preferisce.

    Attacco e difesa, oggi, sono due rette quasi parallele. Benitez dovrà trovare il punto d’intersezione, il giusto equilibrio insomma. Perchè poi incontri una delle squadre di Zeman e son dolori. Il boemo è infatti da sempre maestro del calcio offensivo e spettacolare, un po’ meno di quello difensivo (ma guai a dirglielo). Ecco perchè ieri di gol ce ne sono stati tanti. La prossima volta, ne saranno graditi anche la metà. Tutti nella stessa porta però.

     

     

     

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