The day after, Top e Flop di Napoli-Roma

    Sono passate ormai 24 ore dalla schiacciante vittoria del Napoli su una Roma, francamente mai pervenuta al San Paolo. Ecco gli eisodi positivi e non della gara di ieri.

    TOP

    -La terza partita consecutiva a segno per il Pipita: Una settimana fa a quest’ora, era ancora a caccia del primo centro in campionato. Lo ha trovato poche ore dopo, 3 per la precisione. 3 come le partite disputate in 7 giorni; in ognuna delle quali non è mancato il timbro del bomber argentino. “3 is magic  number!”.

    Il baluardo Koulibaly: Il giovane difensore, diventa ormai leader indiscusso della retroguardia azzurra. Sembra avere una calamita, che attira pallone e avversari: da lui non si scappa. Mette in evidenza anche le sue carattersitche da “centometrista”. Sembra di vedere ad un certo punto il gemello di Bolt, arare il campo sull’out di destra a velocità supersonica, per poi offrire un assist al bacio per Callejon, che poteva chiudere la partita anzitempo. La porta di Rafael, ha un guardiano in più.

    -La squadra intera: Il Napoli ieri, è sembrato una macchina collaudata alla perfezione. Si faticano a ricordare errori. Le sbavature grossolane delle partite precedenti sembrano cosa remota. La Roma finisce macinata nel “tritatutto” di Benitez. Stavolta i lupi sono stati gli azzurri; i giallorossi agnellini indifesi.

    FLOP

    -Lo Striscione: La curva del Napoli ha ieri esposto uno striscione, contenete un chiaro messaggio di vendetta nei confronti della tifoseria giallorossa, in memoria, ovviamente, dei fatti accaduti lo scorso 3 maggio. Sono le cose che il calcio italiano non vuol vedere. Ci si augura che sia stato un gesto dettato dalla sola rabbia. Si impari da mamma Antonella, dalla limpedezza delle sue parole, e dai suoi messaggi di pace. Si provi ad immaginare la sofferenza per una mamma, nel vedere un figlio morto così. A nessuno più si deve regalare questo atroce dolore!

    La Roma tutta: I giallorossi, sembrano accusare ancora i postumi della batosta subita in Champions col Bayern. Una squadra labile, con poco carattere e senza idee. Troppo poco basta per far arrendere i giallorossi, di cui si fatica a ricordare segni lasciati nel match. Beh, se questa è la squadra che esprime il miglior calcio italiano, siamo davvero ridotti ai minimi termini.

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