Nome nuovo per la retroguardia azzurra. Si punta un giocatore della Premier

Prevenire è sempre meglio che curare: ma stavolta bisogna fare l’una cosa e pure l’altra, perché i «buchi» restano, le esigenze sono impellenti e qualcosa bisogna pure medicare. Il mercato è una bolgia e conviene starne fuori quando si apriranno le danze: niente last minute, stavolta no, perché è arrivato il momento di muoversi in anticipo, di rimanere fuori dal mischione e di provare a rubare le idee alla concorrenza. La prima mossa ha bisogno soltanto dei timbri federali e sarà necessario aspettare il 5 gennaio per «vestire» ufficialmente Manolo Gabbiadini d’azzurro (ma guarda un po’, l’undici c’è poi la Juventus…); però serve materiale umano per fronteggiare il generale inverno, nel quale resteranno feritoie sulla sinistra che si dilateranno con la partenza di Ghoulam, destinato alla coppa d’Africa.

YES, SIR. Il fumo di Londra (e dintorni) nasconde segnali, perché il viaggio di Bigon in Inghilterra tra martedì e mercoledì aveva (ha) obiettivi ben precisi: Ron Vlaar (30 a febbraio) è il centrale difensivo dell’Aston Villa con trentadue presenze nella nazionale olandese ed un contratto in scadenza nel giugno del 2015 e la tentazione, of course, è diventata forte. Il mercato va condotto muovendosi fuori dal branco e tracciando un percorso che preveda scorciatoie: un «vecchio», caro stopper può tornare sempre utile anche in ottica futuro; Vlaar è diventata un’ipotesi calda, come si dice in casi del genere, e magari si può prevedere di portarlo a Napoli sei mesi prima che il contratto cessi d’avere un valore.

VENTO DELL’EST. Ma il richiamo è innanzitutto a sinistra, su quella corsia martoriata dagli infortuni, ormai da un bel po’ senza Zuniga e tra venti giorni anche senza Ghoulam: resta – resterebbe – solo Britos, che è un difensore adattato al ruolo. Diventa quasi immediato il desiderio di andare a cercare un uomo che faccia al caso del Napoli, per esempio Ivan Strinic (27), croato e pure lui nazionale che a dicembre chiuderà con il Dnipro e che dunque diventa una opportunità. I contatti non significano che siamo in prossimità dell’accordo, ma che esistono le intenzioni e che si è in piena riflessione, perché di tempo (per ora) ce n’è…

Fonte: Corriere dello Sport

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