Editoriale – Sarà un San Paolo adeguato per un Napoli europeo?

I lavori di ristrutturazione previsti per lo stadio San Paolo non sembrano sufficienti a rendere l’impianto di Fuorigrotta in linea con gli standard europei.

Era il 2004 quando Aurelio De Laurentiis rilevò il Calcio Napoli, investendo circa 30 milioni in pratica per il solo titolo sportivo. Non era certo pensabile che la neo-nata Napoli Soccer potesse dotarsi in breve tempo di uno stadio di proprietà con una squadra in serie C1, una rosa da rifondare e soprattutto con il diktat presidenziale di investire solo gli eventuali guadagni; da allora però la situazione societaria è cambiata tanto e i bilanci quasi sempre in attivo fanno si che ad oggi la S.S.C.N. 2.0 abbia oltre 50 milioni di euro di “accantonamenti”.

Lo stadio San Paolo è di proprietà del Comune di Napoli e i vari proclami lanciati dal Presidente azzurro negli ultimi anni sulla possibilità di costruirsi uno stadio fuori città (Frattamaggiore e Caserta le ipotesi  che sembravano più accreditate) hanno sempre lasciato la sensazione di avere l’unico obiettivo di “spaventare” i vertici di Palazzo San Giacomo sulla possibilità di perdere il principale introito derivante dall’impianto di Fuorigrotta. Il risultato è che questa struttura continua ad essere fortemente inadeguata per una società che voglia puntare ad entrare stabilmente nell’élite del calcio europeo e per il pubblico napoletano che ha il diritto di assistere alle prestazioni della propria squadra del cuore in uno stadio degno di questo nome.

Delle principali squadre italiane solo la Juventus (non ce ne vogliano Sassuolo ed Udinese) si è dotata di uno stadio di proprietà, a Roma il nuovo stadio progettato ispirandosi al Colosseo sembra destinato ad essere di proprietà di Mr. James Pallotta piuttosto che della AS Roma e le difficoltà ambientali stanno ritardando di continuo l’inizio dei lavori. La AS Milan si era aggiudicata la gestione dell’area in cui sorgeva la vecchia Fiera per costruire lo stadio di proprietà ma vi ho poi rinunciato per gli ingenti investimenti che avrebbe dovuto sostenere per bonificare l’area e che avrebbero portato ancora più in rosso il bilancio chiuso con un passivo di 93 milioni di euro, poi ripianati dall’azionista di maggioranza (Fininvest).

In questo scenario in rapida evoluzione, il Napoli non può fare a meno di ottenere il prima possibile la gestione completa dello stadio San Paolo per renderlo in tempi brevi adeguato ad assistere comodamente alle partite di calcio e fruibile 7 giorni su 7 attraverso la realizzazione di esercizi commerciali di vario genere; solo in questo modo si potrà portare il fatturato il più vicino possibile a quello delle principali squadre europee e poter competere maggiormente per primeggiare.

Nel frattempo il Comune di Napoli ha recentemente ottenuto un finanziamento da 25 milioni di euro per effettuare alcuni interventi sullo stadio: tuttavia, limitarsi alla sostituzione dei sediolini e alla ristrutturazione dei servizi igienici, sembra davvero troppo poco per migliorare sensibilmente l’impianto di Fuorigrotta e renderlo adeguato ad ospitare gare di competizioni europee come avviene ininterrottamente da 7 anni. Inoltre, le ultime dichiarazioni rilasciate dall’Assessore allo sport del Comune di Napoli sui tempi previsti per l’inizio dei lavori (una data non meglio specificata tra giugno e luglio) pongono seri dubbi sul fatto che possano completarsi prima dell’inizio del campionato.

Articolo precedenteRADIO MARTE – Sconcerti: ” Il Napoli deve vincere a tutti i costi a Torino, Higuaìn? C’è un altro favorito per la scarpa d’oro”
Articolo successivoMarek Hamsik, lo stacanovista della Serie A