NUMERIAMOCI SU – ROMA-NAPOLI: azzurri camaleontici e letali!

Ritorna l’appuntamento con la rubrica di MondoNapoli denominata “Numeriamoci su” nella quale, il giorno dopo ogni partita del Napoli, andremo rivivere il match degli azzurri valutandolo dal punto di vista tattico e statistico. Un analisi utile per comprendere ed approfondire le scelte di Sarri e dell’avversario di turno.

L’avversario: la Roma –Il problema principale, attorno al quale la gara dei giallorossi si è snodata, consiste nella posizione di Nainggolan. Il belga infatti nella prima frazione di gara viene posizionato a uomo su Jorginho col solo scopo di bloccare il gioco dal basso del Napoli. Ciò che è venuto a mancare, quindi, agli uomini di Di Francesco è l’applicazione di un calcio proattivo, propositivo, con un baricentro alto soprattutto nei momenti di pressione. La situazione cambia e di molto nella ripresa. 

La maggiore libertà concessa a Nainggolan permette infatti alla Roma di avere un calciatore in più su cui fondare la manovra offensiva. La spinta organica della Roma, a dire il vero, è confusionaria ma portata avanti con molti uomini. La Roma riesce a produrre, infatti, 5 tiri dal minuto 65′ in poi.
La partita della Roma era stata preparata per attaccare il Napoli, questo è certo. La forza della squadra di Sarri e, sicuramente anche  un po’ la remissività dei giallorossi, hanno cambiato le carte in tavola. 


Il Napoli – Il vero passo avanti della squadra di Sarri consiste nella varietà del gioco offensivo. All’olimpico la scelta, azzeccata, è stata quella di attaccare la difesa della Roma senza esasperare il gioco sugli esterni. Leggendo le statistiche apprezziamo che in 90′ sono stati tentato solo 7 cross tentati; di cui 6 nel primo tempo.  Negli ultimi 20′ si è sviluppato l’unico momento di difficoltà di una partita altrimenti dominata. A dirlo sono le statistiche: 3 tiri concessi nei primi 45′ di gioco, 7 nella ripresa. Di questi 7, 5 concessi dopo il 65′.

  • La riflessione – Sarri e il Napoli hanno studiato l’avversario. La Roma schiera sempre una difesa motlo fisica, difficilmente attaccabile con palle alte, soprattutto poi se dall’altra parte c’è un attacco formato light per quanto riguarda i centimetri. A testimonianza di questa riflessione c’è il conforto delle statistiche: la Roma non ha ancora subito un gol di testa in tutto il campionato. Vincente perciò la ricerca di un gioco prevalentemente  in profondità con scambi stretti per sfruttare il punto debole di tale difesa: lo scarso dinamismo di certi calciatori. 

Il gol di Insigne – Il gol del Napoli è un esempio di adattamento dei principi di gioco alle caratteristiche degli avversari.

  •  Il Napoli continua a costruire la sua azione offensiva sulla fascia sinistra con una notevole differenza. Quello spazio di campo non è la zona terminale ma quella iniziale della manovra. Ghoulam, infatti, non attacca la linea di fondo, Mertens si lancia alle spalle dei due difensori centrali, decisamente più lenti di lui, e poi favorisce la creazione dello spazio per assecondare l’inserimento di Insigne. Il Napoli dimostra quindi di non modificare i concetti di riferimento ma trasforma il suo gioco in modo da sfruttare i punti deboli dell’avversario. 


Il punto di forza – Oltre al consueto successo della fase offensiva, c’è da considerare la grande tenuta difensiva del Napoli, messa realmente a repentaglio solo nei confusi minuti finali. 

  • Il Napoli tiene strettissimi e vicinissimi i reparti in tutte le fasi di gioco. I meccanismi degli azzurri sono facilitati da questa scelta dimensionale. Nel dettaglio, infatti, attaccare l’avversario e fare densità in zona palla diventa più facile perché c’è meno spazio da coprire.



I numeri della difesa azzurra – Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam hanno messo insieme 32 interventi difensivi riusciti, tra tackle, intercetti e palloni spazzati. Solo questo numeri landicono lunga sulla qualità dei sincronismi prima elencati. Superlativa la prestazione dei due centrali, in modo particolare nella gestione del gioco di Dzeko. La grande qualità è stata nel non offrire al bosniaco la minima opportunità di conclusione. La punta giallorossa colleziona infatti solo 3 conclusioni totali; compresa la traversa pizzicata di testa, su azione d’angolo.

I protagonisti – Da segnalare c’è la prestazione di Lorenzo Insigne. Il gol è solo la punta dell’iceberg di una partita costruita su una grandissima qualità. Ha tentato più di tutti il dribbling (6) o cercato la conclusione verso la porta (6), suo anche il record di passaggi chiave (2), condiviso con Hamsik e Ghoulam. 

  • Come spesso accade, è la fascia sinistra del Napoli, la zona da cui sgorga il gioco. La costruzione passa da lì, però e con un eccellente lavoro di Sarri, la squadra ha imparato a variare nella fase finale dell’azione. Il merito è senz’altro di un attacco imprevedibile e di grande qualità, in cui tutti rispondono a tutti i compiti, dall’assistenza alla conclusione. La vera e nuova forza di questa squadra è che non offre punti di riferimento all’avversario, né dal punto di vista degli uomini né dal punto di vista delle variabili di gioco. 

Cafaro Jonathan Bruno

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