L’Analisi – Tre CaMeI Champions con una dedica speciale

Il Napoli si rilancia nel girone Champions grazie al suo trio delle meraviglie e dedica questi importanti tre punti al grande assente: Arek Milik.

Il trio Callejon-Mertens-Insigne colpisce ancora. Vittima stavolta il Feyenoord che, a discapito del punteggio (3-1), non è mai stato in partita. Gli azzurri, forse per la prima volta in questa stagione, hanno dato l’impressione di giocare dosando le forze e cercando di non strafare. Magari in ottica di differenza reti questa gara avrebbe potuto avere un punteggio ben più rotondo di quello finale ma ci sentiamo di approvare la gestione della gara viste anche le peripezie degli ultimi giorni. Dopo il grave infortunio di Milik, è arrivato anche il momentaneo stop, per problemi alla schiena di Albiol proprio prima della gara. E’ sembrato di rivivere un dejavu dello scorso anno quando in sequenza proprio Albiol e Milik divennero i grandi assenti nelle gare clou del mese di Ottobre.  Bene Maksimovic che ha retto la due gare consecutive e davvero peccato per il gol preso proprio all’ultimo secondo per un malinteso tra lui e Koulibaly. Mia…tua…e alla fine i pugni di Reina a sottolineare l’amarezza per il gol subito.

La rabbia di Reina  – A fine gara quasi sembrava che il Napoli non li avesse portati a casa i tre punti per la faccia scura del portiere azzurro e i suoi pugni al terreno di gioco dopo la rete degli olandesi. Per tutto l’arco della gara infatti il numero 23 azzurro aveva sfoderato una prestazione molto attenta e reattiva tra i pali, quasi a voler riscattare le critiche di Ferrara ma soprattutto quelle del match di esordio in Champions contro lo Shaktar in cui un suo errore era costato caro. Addirittura Reina si era reso protagonista, sul 2-0, di un rigore parato che avrebbe potuto riaccendere una gara dominata dagli azzurri tanto da trovare proprio nel capovolgimento di fronte la rete del 3-0 della sicurezza. Forse a Pepe è tornato alla mente quell’ autogol di Zuniga in chiusura di gara contro il Borussia Dortmund che poi costò al Napoli la peggiore differenza reti e il non passaggio del turno di Champions con un girone di punti da record. Magari stavolta non sarà così, ma di certo un po’ di amarezza nel portiere azzurro era rimasta e c’è da capirlo. Non l’avrà presa bene neanche Sarri e di certo i suoi difensori avranno forse qualcosa da spiegargli in questi giorni.

Dal falso nueve alla falsa ala – Ad ogni gol gli azzurri hanno dedicato l’esultanza allo sfortunato Arek Milik mostrando quella maglia numero 99 che sembra proprio non essere di buon augurio visto che, prima del polacco, anche Cristiano Lucarelli non se l’era passata bene in maglia azzurra con quel numero sulle spalle. Per ovviare all’assenza di Milik e permettere a Dries Mertens di mantenere la solita lucidità e freschezza, specie per i match dal coefficiente elevato, mille soluzioni stanno venendo alla luce e una in particolare sembra essere l’indizio maggiore, sia dalle parole di Sarri che dai cambi di queste gare. Marko Rog sempre più spesso subentra come vice Callejon. Le qualità dinamiche del ragazzo e la sua fisicità e attinenza tattica anche in fase di copertura, potrebbero ritagliargli un nuovo ruolo, e liberare per qualche gara Callejon nel ruolo di falso-nueve. Dopo aver trasformato un falso nueve come Mertens in un “nueve” vero, chissà che Sarri non trasformi la falsa-ala Rog in un tornante con i fiocchi.

La gara di ieri è comunque servita al Napoli per ritrovare anche in Champions le sue certezze e prendere la scia del City vittorioso anche ieri contro la Shaktar. Ora per Sarri e gli azzurri arriverà in Champions il momento della verità nel doppio scontro contro la squadra di Guardiola. Un match tutto da vedere e godersi tra due allenatori che fanno del “gioco“ la loro filosofia e che si scambiano numerosi attestati di stima. Sarri ha ancora da vincere rispetto al collega spagnolo ma la filosofia è la stessa, ovvero quella di voler vincere divertendo. Il cammino Champions comunque si deciderà nei due match finali con Shaktar e Feyenoord in cui gli azzurri sperano di arrivare con un gap ridotto dagli ucraini.

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