L’ANALISI – La sindrome della vittoria, il “buon” pranzo della domenica e la maledetta sosta

    La vittoria di Empoli mette in rilievo diversi argomenti che ormai da tempo sono croce e delizia sia del tecnico azzurro che dei tifosi. Il consueto calo di tensione nei minuti finali, rischia di diventare uno scomodo marchio di fabbrica per la squadra di Sarri con conseguenze al momento limitate ma che in futuro potrebbero diventare letali con avversari più cinici.

    Il tabù di Empoli sfatato. Una vittoria sulla carta storica per il Napoli che mai aveva vinto in terra toscana subendo spesso degli inaspettati scivoloni, uno dei quali proprio per mano dello stesso Sarri due anni fa. Non si può certo parlare di impresa, ovviamente, vista la posizione in classifica dei toscani e del loro ruolino deficitario nelle ultime gare di campionato con sei sconfitte consecutive. Ma anche in questa occasione, dopo 60 minuti di dominio incontrastato, il Napoli ha tirato i remi in barca e per poco non ha reso indigesto il pranzo dei tifosi azzurri. Da 0-3 a 2-3 in pochi minuti con una punizione e un rigore regalati agli avversari per la scarsa attenzione difensiva, stavano per diventare un’impresa per l’Empoli di Martusciello che ha sfiorato anche il clamoroso 3-3 nei minuti di recupero. Già contro il Milan e il Chievo gli azzurri stavano per fare la frittata dopo una gara dominata per il black out che sembra colpire d’improvviso la squadra di Sarri, incapace di gestire un risultato già acquisito. Sarri dice che ci sta lavorando quotidianamente, ma dalle sue parole trapela anche il timore che questo calo di tensione possa essere un serio limite di questa squadra che di certo non aiuta nella crescita per diventare in pianta stabile una grande del campionato. Ad oggi gli avversari non ne hanno pienamente approfittato, ma se ciò fosse accaduto contro compagini di livello più importante, come ne sarebbero usciti gli azzurri? Oggi più che mai l’intento di Sarri è quello di prevenire che ciò accada per non trovarsi poi a non avere più alcuna cura ed essere costretto a vivere di rimpianti per le occasioni sprecate. Ancora una volta la fase difensiva va sotto accusa con le dormite di Chiriches e Ghoulam, con il primo recidivo dopo le gravi disattenzioni mostrate contro il Crotone che non furono pienamente sfruttate dagli avversari. La cosa che più preoccupa è che, più che una questione di interpreti, sembra essere un problema generale della squadra il non sapere essere in grado di gestire le situazioni di conclamato vantaggio. Su questo un rimedio va trovato il prima possibile onde evitare stop inaspettati specie in un finale di stagione così intenso dove ogni errore è difficile da rimediare.

    Nonostante i punti dolenti evidenziati sopra, sempre utili per una lucida analisi della prestazione del Napoli, anche a valle di una vittoria, restano i tre punti di Empoli fondamentali visti i risultati delle dirette concorrenti e inseguitrici per un posto in Champions. Il Napoli al termine di questa giornata allunga il suo vantaggio sulla Lazio da 4 a 6 punti e quello sull’Inter da 6 a 8, tenendo sempre la corsa della Roma lontana appena due punti. Fa bene Sarri, sempre a valle di una vittoria, a far presente il suo punto di vista sull’anticipo delle 12:30 della domenica, orario sacro per il ragù. Finora per il Napoli due vittorie in altrettante gare contro Cagliari e Empoli ma il tema chiave del tecnico azzurro è l’avvicinarsi dei primi caldi che renderanno questo orario proibitivo e per il Napoli ci saranno altre due gare ad Aprile. Forse una maggiore attenzione da parte della Lega c’era da auspicarselo e sarà da tenere in conto anche per il tema calendari in futuro se davvero il movimento italiano ci tiene a tornare protagonista in Europa.

    E adesso la sosta, tanto odiata e maledetta da Sarri più volte, anche ieri in conferenza, soprattutto in un momento in cui il Napoli stava tenendo un passo da leader in campionato con 38 punti su 45 nelle ultime 15 gare. E il rientro sarà con il botto con due gare contro la Juventus che diranno tanto sul cammino sia in campionato che, soprattutto, in Coppa Italia. C’è una finale da conquistare con una remuntada non impossibile, ma c’è anche da consolidare la posizione in classifica per agguantare un posto in Champions che vuol dire tanto per una squadra come il Napoli che ha il suo fatturato legato principalmente a questo tipo di risultato sportivo.

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