LA RIFLESSIONE – È il Napoli che corre troppo forte o gli avversari che vanno troppo piano?

Otto vittorie consecutive, in altrettante partite, primato consolidato e solitario in classifica. La domanda sorge spontanea: va troppo forte il Napoli o troppo lenti gli avversari?

L’ausilio delle statistiche, in certi casi, è l’unica strada per tracciare i dettagli di un’analisi accurata. Gli azzurri hanno “causato”, nelle ultime tre uscite di Serie A, infortuni muscolari ai giocatori di Lazio, Cagliari e Roma.

Non è un caso, assolutamente no e abbiamo studiato il fenomeno. Il Napoli è quarto nella classifica dei km percorsi della Serie A, con 110 km percorsi di media. Ciò significa che ogni giocatore in maglia azzurra corre in media 10 km a partita. Certamente non un dato elevatissimo, in controtendenza con quello relativo alla passata stagione. La differenza consiste tutta nella concertazione globale dell’azione di squadra, della manovra e dell’evoluzione della stessa. Il Napoli è infatti primo per media gol: 3,25. Primo anche per tiri in porta: 125, di cui 85 in porta, primo anche per assist: 38, di cui 13 vincenti. Ciò che differisce è la qualità offensiva, l’offerta propositiva degli avanti azzurri. Lazio, Cagliari e Roma sono rispettivamente al 5º, 8º e 16º per km percorsi. La differenza è netta. In particolare sono squadre che tendono ad essere più lunghe e larghe del Napoli, con baricentro più basso. Questo fa sì che in fase passiva debbano correre di più e male, avendo tanto più campo da coprire. Questo particolare aspetto sfianca la coppia dei centrali difensivi che non hanno nella corsa la loro principale caratteristica e, nel corso della partita, non essendo squadre di grande corsa soffrono muscolarmente le scorribande azzurre. Quest’ultime, poi, essendo variegate di soluzioni, godono di un’inprevedibilità che disorienta le difese, in particolar modo quelle lente e forti fisicamente, quindi meno reattive.

Il Napoli, quindi, non corre più degli altri, semplicemente corre meglio. Ottimizza il proprio sforzo in un’area di campo più stretta e corta. Questo è sufficiente per mandare in crisi certe tipo di retroguardie e non solo.

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